Autorità Bacino, ok a regolamento ma mancano fondi Alla polizia idraulica il compito di sorvegliare i fiumi

Poco meno di un centinaio di dipendenti – selezionati tra quelli già in servizio alla Regione -, una sede a Palermo e un’altra decentrata a Catania, l’istituzione della polizia idraulica e una serie di obiettivi da raggiungere per recuperare il tempo perduto e prendere il controllo di ciò che accade dentro e attorno agli argini dei corsi d’acqua che attraversano la Sicilia. Sono alcuni degli aspetti inseriti nel regolamento attuativo dell’Autorità di bacino, approvato una settimana fa dalla giunta Musumeci. Si tratta di undici articoli che hanno superato il vaglio del Consiglio di giustizia amministrativa. Il testo rappresenta la base su cui si articolerà l’attività del nuovo dipartimento che fa capo direttamente alla presidenza. Alla guida ci sarà un segretario generale nominato dalla giunta. Ruolo della durata di cinque anni che, fin qui, è stato svolto da Salvo Cocina, il dirigente generale del dipartimento Acque e Rifiuti.

Tra le novità introdotte dall’Autorità di bacino ci saranno le attività di polizia idraulica, previste già da un regio decreto del 1904. Si tratta di una serie di azioni sia amministrative che tecniche necessarie alla gestione del demanio idrico, nonché relative al controllo e alla sorveglianza di ciò che accade a ridosso di fiumi e torrenti. Il tema è tornato al centro dell’attenzione a inizio novembre, in seguito alle tragiche conseguenze del maltempo che ha colpito in particolar modo le province di Palermo e Agrigento, causando oltre dieci morti a causa dello straripamento dei corsi d’acqua. Eventi su cui lo stesso Musumeci si è espresso sottolineando l’esigenza di riprendere il controllo su un settore da anni trascurato. La polizia idraulica, che per i primi 18 mesi si potrà avvalere di personale in servizio in tutti i dipartimenti che operano nel campo idrogeologico, per poi puntare soprattutto su Genio civile e Corpo forestale, si occuperà del rilascio di concessioni per occupare aree demaniali, sorveglianza lungo i corsi d’acqua e protezione degli argini, ma anche di manutenzione dei letti per evitare che si creino condizioni che possano portare a esondazioni. 

A fronte dei passi avanti a livello organizzativo, a palesarsi potrebbe essere il problema legato alla dotazione finanziaria. Il rischio è, infatti, che l’Autorità di bacino possa ritrovarsi svuotata delle somme necessarie a operare sul territorio, almeno per quanto riguarda gli stanziamenti nel bilancio regionale. Il dato emerge dalle tabelle, presentate dall’assessore all’Economia, Gaetano Armao, allegate alla legge finanziaria che oggi riprenderà il proprio iter all’Ars. Alla voce Autorità di bacino, infatti, si trovano soltanto 200mila euro per il funzionamento del dipartimento. Nessuna traccia, invece, dei circa sei milioni e mezzo che l’anno scorso erano stati previsti per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli alvei. 

Il tema sarà oggetto della discussione a sala d’Ercole con le opposizioni – a partire da M5s e Cento passi – che hanno già preparato emendamenti per rimpinguare le voci azzerate. Sullo sfondo, restano i problemi relativi all’esigenza per il governo Musumeci di recuperare quest’anno 240 milioni dell’oltre mezzo miliardo rimasto fuori dall’accordo con lo Stato sulla rateizzazione del deficit che pesa sulle casse della Regione.


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