Il meet up locale attacca l'amministrazione guidata da Daniele Lentini, per avere affidato a una società il controllo della velocità sulla statale 194. I guidatori starebbero vincendo i ricorsi al giudice di pace per mancanza di adeguata segnaletica. La replica del sindaco
Francofonte, M5s contesta gestione dell’autovelox «Multe annullate, ci guadagna solo ditta privata»
Si chiama Scout Speed ed è l’oggetto di una polemica sollevata in questi giorni dal Movimento cinque stelle di Francofonte. Si tratta di un autovelox, di proprietà di un’azienda privata ma di cui si serve l’amministrazione comunale, posto sulla strada statale 194, nel tratto di pertinenza del Comune. Il servizio, secondo quanto denunciano i cinquestelle, non sarebbe in regola. «Noi non contestiamo il fatto che ci sia il controllo ma la mancanza dell’opportuno cartello stradale che segnala la presenza di quel determinato autovelox – spiega a MeridioNews Giuseppe Messina, uno dei referenti del meetup – gli automobilisti hanno il diritto di sapere che in quel tratto viene effettuato questo servizio».
Il tratto in questione è quello che va dal chilometro 23,831 al chilometro 35,765. Secondo quanto sostiene il sindaco Daniele Lentini, la strada non sarebbe sprovvista di cartelli. Informazione che non sarebbe del tutto errata, se non fosse che i cartelli cui fa riferimento l’amministratore sono «quelli generici dove viene riportato che il controllo della velocità viene effettuato dalla polizia stradale che è ben diversa dalla polizia municipale», specifica l’altra referente del meetup Paola Cassese. È proprio per questo motivo che numerosi automobilisti tra quelli multati dallo Scout Speed hanno presentato ricorso al giudice di pace, vincendo prima in contumacia e poi, qualche giorno prima di Natale, anche contro la difesa del Comune, che ha nominato un avvocato solo successivamente.
La motivazione è da ricondurre proprio alla mancanza della cartellonistica opportuna. «Dal momento che quella fissa che si trova in ogni tratto stradale non basta – aggiunge la pentastellata -. In presenza di autovelox che sta funzionando in quel momento, bisognerebbe mettere un’apposita segnaletica».
Dal canto suo, il primo cittadino sostiene di applicare solamente la legge. «Chi fa un reato e viene multato dovrebbe pagare – taglia corto -. Statisticamente non c’è più un morto o un incidente grave nel nostro tratto da circa un anno, questo qualcosa vorrà dire». Il servizio in questione è stato affidato al privato con apposita determina comunale nel mese di febbraio del 2018. «Prevede un forte ritorno economico per la ditta fino al 50 per cento delle multe incassate, più altri corrispettivi su ogni multa accertata e notificata». In pratica il Comune noleggia dall’azienda il dispositivo per il controllo della velocità e mette a disposizione un agente di polizia municipale che eleva le contravvenzioni. Anche questo aspetto fa storcere il naso ai cinquestelle, che contestano il mancato impiego di una macchina intestata ai vigili urbani. «Il servizio autovelox – evidenziano – deve essere svolto con i mezzi e gli strumenti di proprietà delle forze pubbliche di polizia e non delle ditte private».
Dal canto suo il Sindaco, che si è insediato l’11 giugno 2018, specifica di aver trovato l’appalto avviato e ribadisce che «si deve pensare a salvare le vite umane e quella strada è sicura solo se si viaggia a una certa velocità». Lentini, inoltre, rivela come settimanalmente venga pubblicato sul sito istituzionale l’avviso di svolgimento del servizio. «Gli automobilisti però non vanno a cercarlo online – replica Giuseppe Messina – deve esserci il cartello che indica che in quel tratto di strada opera il servizio di rilevamento della velocità». Questo, per il meetup francofontese, è l’unico modo che ha il Comune per mettersi a regola e per rendere valide e inattaccabili dal punto di vista giudiziario, le contravvenzioni. «Chi ha ricorso al giudice di pace ha vinto la causa, quindi di fatto vengono annullate le multe. Chi ci perde è il Comune». Il sindaco, a tal proposito, ha annunciato di aver proposto appello, perché ritiene «legittime le multe».
A far discutere, infine, è anche un presunto autovelox che sarebbe di proprietà del Comune ma che non verrebbe utilizzato. «Dovrebbe essere revisionato ma invece è stato abbandonato in deposito – accusa Messina -. Non capiamo perché dobbiamo prenderlo dai privati». Sul punto il primo cittadino ammette che l’ente potrebbe essere in condizioni di acquistarne uno nuovo ma successivamente «gestirlo sarebbe un problema, perché il nostro Comune è ridotto all’osso e la polizia municipale ha una sola vettura che viene impiegata per il servizio urbano», mentre non conferma l’esistenza dello strumento. Sull’albo del Comune, tuttavia, sono rintracciabili due determini riguardanti «impegno di spesa per riparazione autovelox in dotazione al corpo di polizia municipale».