Immigrazione, altri 14 fermi tra Palermo e Trapani Nessun riferimento a possibili attività terroristiche

Nuova operazione sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e l’ingresso di tabacchi lavorati all’estero da parte della Direzione distrettuale di Trapani. A occuparsene questa volta sono stati i finanzieri del Comando provinciale insieme al personale dello Scico e ai colleghi del comandi provinciali di Trapani e Agrigento, coordinati dai pm Marzia Sabella e Calogero Ferrara. Partecipazione anche da parte del reparto operativo aeronavale di Palermo e di Pratica di Mare. 

Sono 14 in tutto i provvedimenti di fermo in corso di esecuzione. Tra le accuse, stavolta, c’è anche quella di intestazione fittizia di beni. Alcuni degli indagati sono stati fermati al porto di Palermo, in procinto di imbarcarsi verso la Tunisia. Sequestrati 30mila euro. Nell’inchiesta sono finite anche tre aziende che operano nel Trapanese: si tratta di un ristorante, un cantiere nautico e un’azienda agricola. Per tutte e tre è scattato il sequestro. Sigilli anche ad automezzi, pescherecci e altre disponibilità finanziarie per un ammontare di tre milioni di euro.

A capo del gruppo ci sarebbe stato il tunisino Fadhel Moncer. L’uomo sarebbe stato il principale regista degli sbarchi sulle coste siciliane, specialmente in provincia di Trapani. I proventi derivanti da questa attività sarebbero poi stati investiti, sfruttando una serie di prestanomi. Durante le indagini è stato intercettato anche un carico di 30 chili di hashish, che uno dei complici di Moncer stava trasportando in autostrada.

Per fare le traversate i migranti pagavano anche tremila euro. In molti casi si sarebbero registrati anche furti dei mezzi precedentemente sequestrati dalle forze dell’ordine. Le attività illecite si sarebbero svolte a Mazara del Vallo, Marsala, Palermo e Lampedusa.


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