Un'opera mastodontica che prevede 42 nuovi chilometri di ferrovia, di cui 38 in galleria. Valore oltre 2 miliardi, la metà del Ponte sullo Stretto. Pomeriggio è stato trovato un accordo col Comune di Giardini che ha presentato un ricorso. E la gara dovrebbe essere indetta entro l'estate
Giampilieri-Fiumefreddo, il mega progetto ferroviario Trovata soluzione sul nodo della stazione di Taormina
Un punto di mediazione è stato trovato sul raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo tra l’assessorato regionale alle Infrastrutture e il Comune di Giardini Naxos. Stando a quanto deciso oggi, la nuova fermata prevista nel progetto definitivo di Rfi non si chiamerebbe Taormina, ma manterrebbe l’attuale nome di Giardini-Taormina, seppure localizzata in altro sito, e cioè sotterranea sotto il parcheggio Lumbi. La fermata precedente che, stando al progetto si dovrebbe trovare a Trappitello e avrebbe dovuto avere denominazione Alcantara-Giardini, finirebbe per chiamarsi soltanto Alcantara. In cambio l’amministrazione guidata dal sindaco Nello Lo Turco non chiederà la sospensiva nel ricorso presentato al Tar. Di conseguenza l’iter che dovrebbe portare a indire la gara d’appalto entro l’estate del 2019 – e iniziare i lavori nel 2020 – può andare avanti senza rischi di stop da parte della giustizia amministrativa.
È questa, in sintesi, la soluzione trovata oggi pomeriggio durante l’incontro che si è tenuto nella sede del Cas a Messina. Presenti il primo cittadino Lo Turco, l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone e l’ingegnere Salvatore Leocata per conto di Rete ferroviaria italiana. Sul tavolo il tentativo di non bloccare un’opera mastodontica che prevede il raddoppio ferroviario su una delle tratte più frequentate dai pendolari siciliani: i 42 chilometri che collegano Giampilieri, alle porte di Messina, a Fiumefreddo (da lì a Catania il doppio binario esiste già). Secondo il progetto di Rfi, ben 38 chilometri verrebbero realizzati in galleria per evitare l’attraversamento dei centri abitati. Saranno realizzate anche le fermate di Itala-Scaletta, Nizza-Alì, Sant’Alessio-Santa Teresa, e Fiumefreddo-Calatabiano, mentre è previsto il collegamento dell’attuale stazione di Letojanni alla nuova linea. Tutta la tratta ferroviaria verrebbe spostata a monte rispetto al tracciato attuale, che invece scorre lungo la costa ionica guardando il mare e regalando paesaggi di impareggiabile valore. Si tratta di un intervento dal valore stimato di 2,3 miliardi di euro. Cioè più della metà di quanto costerebbe, dal punto di vista costruttivo, il Ponte sullo Stretto (3,9 miliardi secondo l’ex di Ferrovie Renato Mazzoncini).
Lo scorso 29 novembre si è aperta la conferenza dei servizi per il raddoppio tra Giampilieri e Fiumefreddo, in questa sede gli enti interessati valutano ed eventualmente propongono modifiche al progetto definitivo. La chiusura della conferenza è prevista a marzo. «Ma noi non siamo stati invitati, per questo abbiamo presentato ricorso chiedendo l’annullamento», spiega il sindaco di Giardini. «Rischiamo di bloccare un’opera che interessa tutti? Io – replica – devo tutelare la mia comunità». L’amministrazione comunale ha tre obiettivi: per prima cosa mantenere una stazione con la denominazione congiunta Giardini-Taormina, un sodalizio che assicura una vetrina di primo piano a livello promozionale e turistico; in secondo luogo valorizzare la vecchia storica stazione, anche set cinematografico del film Il padrino; e infine trasformare Alcantara da semplice fermata a stazione vera e propria. A questi si aggiunge una richiesta decisamente più impegnativa: rimettere in funzione la vecchia ferrovia che collega Alcantara a Randazzo e collegarla al futuro raddoppio. Al momento è solo un’idea. «Ma Rfi e assessorato – dice il sindaco Lo Turco – si sono impegnati a realizzare uno studio tecnico ed economico».
Resta poi il nodo sul futuro dell’attuale tracciato ferroviario, dall’enorme potenziale turistico. «Rfi – dice il primo cittadino – ha garantito che non verrà abbandonato. L’idea è continuare a usarlo o come tratta turistica tra Alcantara e Letojanni oppure come metropolitana di superficie». Ma anche su questo al momento non esistono studi o accordi formali.