L'iter amministrativo imbastito fra fine 2012 e inizio 2013 avrebbe garantito un «ingiusto profitto» alle imprese che realizzarono l'opera. Diciassette gli avvisi di garanzia recapitati, fra cui l'intera giunta del tempo, il fratello di Sinatra, tecnici e revisori dei conti
Vizzini, ombre su appalto fotovoltaico al Comune Indagati ex sindaco Sinatra e attuale vice Amore
Diciassette avvisi di conclusione delle indagini sono stati recapitati, nella mattinata di oggi, dalla guardia di finanza di Caltagirone a ex amministratori, funzionari del Comune di Vizzini e uomini delle imprese coinvolte in un appalto piombato nella bufera. Il pubblico ministero del tribunale calatino Fabio Salvatore Platania ha, infatti, messo nel mirino la realizzazione – risalente al periodo fra la fine 2012 e l’inizio del 2013 – di alcuni impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici di proprietà comunale di piazza Umberto I.
I militari hanno così bussato alla porta dei componenti dell’allora giunta, di area centrosinistra: l’ex sindaco Marco Aurelio Sinatra, Giovanni Amore, già assessore e attuale vicesindaco del primo cittadino in carica Vito Cortese, gli ex assessori Antonina Lo Iacono, Salvatore Maria Ponte e Pippo Barbuzza. Sono inoltre destinatari degli avvisi il capo del settore tecnico Salvatore Lentini, l’allora ragioniere capo facente funzioni Vito Alescio, il fratello dell’ex primo cittadino Giuseppe Sinatra, dipendente comunale, il collaudatore Angelo Alberghina, il funzionario Giuseppe Battiato e i revisori dei conti Francesco Marotta, Lucio Gurrisi, Carmela Ficara. In veste di «istigatori e beneficiari» dei pagamenti che la procura ritiene fraudolenti sono infine indagati Alessandro Taranto, Giovanni Burrometo, Pier Giorgio Balicco e Salvatore Lo Greco. Sul tavolo, per tutti loro, le accuse in concorso di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, abuso d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
L’intero iter amministrativo sotto indagine, secondo la magistratura, sarebbe stato volto ad «arrecare un ingiusto profitto» alle imprese che, riunitesi in associazione temporanea, si erano aggiudicate i lavori: Edil group srl, la Società Chemtec Solar srl e la Spes engineering srl. Ammonta a oltre due milioni e 300mila euro la cifra pagata dal Comune di Vizzini per gli impianti fotovoltaici, soldi presi a prestito dall’ente dopo essere stati previsti nel bilancio di previsione 2012, secondo la ricostruzione dell’accusa, a scelta del contraente già avvenuta. Le anomalie riguarderebbero anche le fasi precedenti: il 3 ottobre 2012 la Edil group manifestava l’interesse all’affidamento dei lavori, inseriti a giugno nel piano triennale delle opere pubbliche con un parere di regolarità tecnica che sarebbe stato reso – si legge negli atti della procura – prima ancora della delibera di giunta sulla materia e «senza le necessarie verifiche preventive di fattibilità economica finanziaria». Sei giorni dopo la manifestazione di Edil group, la giunta Sinatra decideva di predisporre un avviso pubblico per la selezioni di operatori disponibili all’opera e di contrarre d’urgenza un mutuo.
Per l’accusa non ci sarebbero stati, però, requisiti d’urgenza e sarebbero state violate le norme sulla pubblicazione dei bandi al di sopra della soglia di rilevanza comunitaria. L’avviso resta infatti affisso solo dall’11 al 26 ottobre e si conclude con un’unica offerta, quella appunto di Edil group, società mandataria dell’Ati. Il procedimento di scelta del contraente privato sarebbe allora stato condizionato così come il successivo iter procedurale che sarebbe stato «illecitamente effettuato con procedura negoziata»: il contratto poi stipulato fra le parti e le relative delibere di giunta e consiglio sarebbero state viziate dall’assenza di copertura.