OltreOreto, la rassegna di arte che va al di là del fiume «Qui c’è una Palermo ibernata e ricca di valore storico»

Cosa c’è oltre l’Oreto? Chi non abita a Palermo probabilmente risponderà Villabate o, al massimo, l’autostrada per Catania. E probabilmente non pochi dei residenti del capoluogo siciliano darebbero la stessa risposta. Senza considerare che oltre il corso del fiume che bagna la città ci sono interi quartieri. Da questa idea errata nasce OltreOreto, una rassegna di arte e di rigenerazione percettiva urbana che si estende appunto al di là dei confini, più simbolici che materiali, della città. ««È una zona considerata di passaggio» conferma Emilio Orofino, regista e direttore artistico del progetto. Quasi ci si sorprende a scoprire che sulla foce del fiume risiedono migliaia di persone. «Non solo – continua – oltre l’Oreto risiedono delle tradizioni sul piano culturale, culinario e dei mestieri che sono straordinarie. È una Palermo che è rimasta congelata: mentre l’altra città si è evoluta, nel bene e nel male, questa ha mantenuto sì parte del degrado ma ha conservato, come una sorta di ibernazione, un grande valore storico. Mantenendo l’artigiano locale, il commerciante sotto casa, che altrove in città sono viste ormai come cose folcloristiche».

Il progetto è promosso dall’associazione culturale ONIBI ed è un evento collaterale di Manifesta12, con la collaborazione di Bangover Crew, il patrocinio di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018 e dell’Assessorato regionale Turismo, Sport e Spettacolo in coproduzione con Tecnagon Produzioni. E dal 3 al 23 settembre settembre vede impegnati undici artisti siciliani, tra affermati ed emergenti, per promuovere con l’arte e la creatività l’inclusione sociale della periferia urbana. Venti giorni di eventi, dunque, tra laboratori, interventi nel territorio, mostre d’arte contemporanea e musica che animeranno i luoghi simbolo della Costa Sud, oltre agli spazi “Off” in centro storico: la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo e la Galleria Dom

«Lavoriamo da otto anni su questo percorso – conferma il direttore artistico di OltreOreto – sia come associazione che come gruppo di artisti. Abbiamo raccolto dal territorio informazioni, relazioni e modi di ricerca. Le grandi periferie hanno avuto, nonostante il continuo degrado, la possibilità mediatica di muoversi, grazie anche all’associazionismo. Mentre qui la parte di città oltre l’Oreto non è manco considerata tale. Questo fiume insomma divideva Palermo in due parti: quella conosciuta e quella nascosta. OltreOreto è un progetto che viene scritto nel 2011 ed elaborato in questi anni secondo le esperienze portate avanti. Nel 2018 abbiamo perciò deciso di presentarlo come evento collaterale di Manifesta».

Giuseppe Borgia Gianluca Concialdi, Tothi Folisi, GenuardiRuta,Adriano La Licata,Francesco Tagliavia, il collettivo di video artisti Il Pavone, e Alessandro Librio che partecipa con un progetto speciale allo Spasimo curato da Giusi Diana, sono gli artisti scelti tra i siciliani che nell’attuale scenario dell’arte contemporanea si sono distinti per la capacità di fare ricerca sui contenuti di un luogo riattivando in modo non convenzionale l’interesse e l’affezione verso aspetti meno noti e tuttavia interessanti della memoria collettiva della periferia. Ed è ricchissima la rete di associazioni del territorio che partecipa alla rassegna: dal fotografo Francesco Bellina, che ha documentato lo stato dei luoghi finora noti per essere stati sede dei corti della CiniCo Tv di Ciprì e Maresco, all’associazione culturale In Medias Res, che ha svolto un’opera di indagine sul territorio che diventerà un’installazione audio e fotografica come evento Off della rassegna. E poi ancora l’Ecomuseo del Mare, il lungomare della Costa Sud, la foce del fiume Oreto, il laboratorio di arti e mestieri Tomasino, l’associazione Gruppo amici tempo libero del quartiere Sperone, il Magazzino Brancaccio, sono invece i luoghi simbolo dei quartieri che ospiteranno le attività della rassegna articolate in due fasi: quella laboratoriale, dal 3 al 10 settembre, e successivamente la rassegna vera e propria dal 10 al 23 settembre.

«L’obiettivo è quello di favorire il dialogo interculturale e la coesione sociale attraverso la realizzazione di interventi artistici e laboratoriali nel campo delle arti visive e della musica. Il concetto di rigenerazione che intendiamo noi – spiega ancora il regista Orofino – non è semplicemente un’aiuola sistemata o la bonifica di un territorio. Ma è una rigenerazione percettiva: guardiamo il territorio con altri occhi, con altre prospettive. Sia gli abitanti che i visitatori, che in fondo sono coloro che vengono dalla Palermo del centro e si avvicinano qui come fossero turisti». 

Infine la Galleria d’arte DOM art space e la Chiesa dello Spasimo saranno i due fari specchio nel centro storico di Palermo che dialogheranno con i luoghi oltre il corso del fiume Oreto, per accentuare ancor di più la necessità di unificare un concetto di città della cultura e dell’arte che dalla periferia al centro storico non conosca barriere culturali e urbane. Sarà proprio la Chiesa dello Spasimo a ospitare la serata conclusiva, organizzata in collaborazione con Bangover Crew, associazione culturale che promuove musica d’avanguardia sul territorio siciliano.


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Fino al 23 settembre sarà possibile visitare, anzi partecipare alla «rigenerazione percettiva urbana» dei confini della città. Undici gli artisti coinvolti, insieme a una ricca rete di associazioni. Per il regista Emilio Orofino si tratta di «una zona che è considerata di passaggio. Invece vi risiedono delle tradizioni straordinarie»

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