L'assessore alla Salute interviene nel dibattito in merito alla circolare del ministero guidato da Giulia Grillo, che prevede in attesa dell'approvazione del decreto Milleproroghe la possibilità per i genitori di assicurare l'avvenuta vaccinazione dei figli
Vaccini, la polemica sull’autocertificazione per la scuola Razza: «Prevalga il buon senso e non si corrano rischi»
«Sono certo che prevarrà il buon senso e si eviterà di compiere passi indietro che potrebbero risultare pericolosi». A dichiararlo è l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, in merito alle ultime polemiche riguardanti l’indirizzo del governo nazionale in materia di vaccini, e in particolare la circolare del ministero – guidato dalla pentastellata siciliana Giulia Grillo – riguardante l’autocertificazione sufficiente a garantire l’iscrizione a scuola, in attesa del decreto Milleproroghe che prevede il rinvio di un anno all’obbligo di dimostrare le avvenute vaccinazioni.
«Sul tema delle vaccinazioni c’è sempre un confronto aperto con il ministero della Salute, particolarmente proficuo e serrato anche durante la crisi per i casi di morbillo che si sono manifestati in Sicilia alla fine della scorsa primavera – continua Razza -. Proprio alla luce di quella esperienza, credo non si possa non tenere conto dei risultati ottenuti grazie all’incremento della campagna di vaccinazione per aumentare le percentuali ed abbassare la soglia di rischio».
Ed è proprio dalle Regioni che in queste ore è arrivata una risposta al governo nazionale. «È un passo indietro. Lavoriamo perché non passi in Parlamento, altrimenti siamo pronti a ricorrere alla Consulta, perché la Sanità non è una materia esclusiva di competenza dello Stato», ha dichiarato il coordinatore della commissione Salute della conferenza delle Regioni Antonio Saitta. A riguardo non è ancora chiaro se il governo Musumeci si accoderà a quelle Regioni, come nel caso dell’Umbria, che hanno annunciato la volontà di approvare una legge regionale per vincolare le famiglie all’obbligo della vaccinazione, stante il fatto che la materia sanitaria non è di esclusiva competenza nazionale.