I carabinieri del nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale del centro anticrimine natura di Palermo, supportati dai colleghi della compagnia carabinieri di San Lorenzo, hanno sequestrato – all’interno di un parcheggio privato prossimo al quartiere Zisa – un impianto abusivo di gestione di rifiuti pericolosi e non, denunciando in stato di libertà alla […]
Zisa, sequestrato impianto abusivo di gestione rifiuti
I carabinieri del nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale del centro anticrimine natura di Palermo, supportati dai colleghi della compagnia carabinieri di San Lorenzo, hanno sequestrato – all’interno di un parcheggio privato prossimo al quartiere Zisa – un impianto abusivo di gestione di rifiuti pericolosi e non, denunciando in stato di libertà alla competente autorità giudiziaria quattro soggetti in concorso tra loro, accusati di gestione illecita di rifiuti, inquinamento ambientale e ricettazione.
L’ordinaria attività dell’impianto, gestito dai quattro soggetti in parte già noti alle forze dell’ordine, per reati di analoga natura, consisteva nel ricevere da terzi soggetti rifiuti metallici di dubbia provenienza, preferibilmente cavi elettrici, già sguainati con il metodo dell’incendio delle plastiche a cielo aperto e successivamente recupero del cosiddetto oro rosso, rivenduti sul mercato illecito del rame, il cui valore si attesta intorno ai 4 euro per chilogrammo. Tra il materiale sequestrato, sono stati rinvenuti decine di metri di cavi di alta tensione nonché svariate matasse di casi elettrici ancora confezionati. Sono in corso ulteriori accertamenti per individuarne la provenienza.
Inoltre, l’impianto riceveva ulteriori tipologie di metalli, sia provenienti dalla dismissione di RAEE, specialmente condizionatori, il cui smontaggio in assenza degli accorgimenti previsti dalla legge, determina l’immissione in atmosfera di gas altamente nocivi; sia parti di mezzi meccanici, il cui smontaggio – determinava lo sversamento degli oli lubrificanti sul terreno che, in alcuni punti, si presentava sprovvisto di pavimentazione con evidenti chiazze nere. Operazione questa che, reiterata nel tempo, a dire degli investigatori, genera l’inquinamento del suolo e ed il sicuro inquinamento delle sottostanti falde acquifere, determinando un grave danno ambientale. Non di meno la presenza di autovetture e mezzi di autotrasporto, su cui sono in corso indagini.
(fonte: comando provinciale carabinieri)