Non è ancora chiaro quali o quante siano le accuse in capo all'endocrinologo, ma la tempistica fa apparire difficile che i magistrati si riferiscano alla rissa del 6 giugno a largo Sarajevo. Intanto, monta lo scontro sulla convocazione del Consiglio direttivo
Caso Buscema, nota della procura all’ordine dei medici Indagine penale sul presidente. Ma risalirebbe al 2016
«Informazione sull’azione penale». È l’oggetto, ovvero il titolo, della nota che la procura della Repubblica di Catania ha inviato al Consiglio direttivo dell’ordine dei medici in riferimento al presidente Massimo Buscema, incappato pochi giorni fa – come raccontato da MeridioNews – in una denuncia per aggressione. È piuttosto difficile, tuttavia, che i magistrati si riferiscano ai fatti di largo Sarajevo. Perché il numero progressivo dell’indagine di cui parla il documento è 14931/2016, dove «2016» è l’anno in cui sarebbe stata incardinata l’indagine di natura penale. Una seconda circostanza che sembra allontanare il legame con la rissa del 6 giugno è che il foglio viene ricevuto dagli uffici di via Ruggero di Lauria l’8 di giugno, appena un giorno e mezzo dopo la scazzottata di via Asiago. La velina recita che a carico del medico «è stata esercitata l’azione penale come da provvedimento conclusivo contenente la/le imputazioni».
Dunque, secondo questa formulazione, i capi di accusa a cui si riferisce la procura potrebbero essere più di uno. Su questo punto decisivo dovrebbe far chiarezza un allegato contenuto tra le carte spedite dagli uffici di via Crispi ai professionisti catanesi, che però non è affatto facile da trovare. A quanto pare, perfino per gli stessi consiglieri dell’ordine. La firma sul documento è della pm Magda Guarnaccia. Non lo riceve soltanto l’ordine dei medici, ma anche la direzione generale dell’ospedale Cannizzaro, struttura nella quale Buscema presta servizio.
C’è poi una novità sull’autoconvocazione del Consiglio richiesta da cinque dei 17 componenti, per giovedì 28. Oggi pomeriggio il vice presidente Antonio Biondi ha sì convocato una seduta dell’organismo di auto controllo dei medici etnei, ma non per il 28 di giugno, bensì per il 3 di luglio. Ovvero quando Buscema sarà ormai rientrato nei suoi pieni poteri da presidente. Com’è noto, l’endocrinologo ha una prognosi di 25 giorni, che a sentire lui sarebbe dovuta proprio all’alterco del 6 giugno. Se molte fonti raccontano dell’aggressione perpetrata contro un professionista 35enne per futili motivi, è stato invece proprio Buscema ad aver spiegato di essere stato aggredito dal ragazzo e di averlo contro denunciato. Sta di fatto che i cinque consiglieri non sono affatto convinti di seguire questo percorso che porterebbe a riunirsi il 3 luglio, con il presidente di rientro dalla «malattia».
La sfida ha pure un livello in qualche modo giurisprudenziale, e riguarda l’interpretazione che si dà dell’articolo 19 del regolamento interno dell’ordine, che conferisce a un quinto dei membri (dunque quattro di loro) di richiedere una seduta autoconvocata. Biondi, evidentemente, ritiene invece che la seduta non sia del tutto autoconvocata, ma che la data vada fissata comunque da chi guida il Consiglio. C’è però anche un livello più schietto della partita: i cinque temono che a quel punto, il 3 luglio, Massimo Buscema a pieni poteri possa avere qualche vantaggio nel rinviare ulteriormente la riunione del Consiglio. E infatti l’intenzione sarebbe di riunirsi lo stesso. Per altro con un ordine del giorno che non lascia adito a dubbi: in questa sequenza, ci sono la verifica dell’atto recapitato dalla procura, la verifica della legittimità di alcuni atti amministrativi e la richiesta di una ispezione sulle carte del ministero della Salute. Sul secondo punto, in particolare, indiscrezioni accreditate vorrebbero che i controlli sugli «atti amministrativi» sarebbero più che altro controlli su contratti di lavoro che l’ordine avrebbe stipulato con la formula della chiamata diretta.