La Euteco srl di Capaci rappresenta il primo caso accertato nell'isola. L'impresa, che effettuava manutenzioni di impianti elettrici anche per conto dell'Enel, è di proprietà del capomafia Giuseppe Liga. Secondo il procuratore Ingroia «potrebbe essere solo la punta di un iceberg», perchè Cosa Nostra continua sempre a cercare «nuovi ambiti in cui investire»
Palermo, scoperta la prima azienda eco-mafiosa in Sicilia
«È la prima operazione contro un’impresa eco-mafiosa in Sicilia». Così il sostituto procuratore della Dda di Palermo Antonino Ingroia sintetizza la storia della Euteco srl. Da anni specializzata nella manutenzione delle linee elettriche, l’azienda aveva un segreto tanto semplice quanto efficace per vincere gli appalti, anche per conto dell’Enel: tagliava sui costi di conferimento dei rifiuti, speciali e non, sotterrandoli in una discarica ricavata proprio vicino alla sede della Euteco, tra Partanna e Mondello. In più, secondo i magistrati, a capo della ditta stava Giuseppe Liga, presunto capo del mandamento palermitano di San Lorenzo. All’alba di lunedì per l’amministratore e gestore della Euteco, Amedeo Sorvillo e Agostino Carollo, sono scattati gli arresti. Provvedimento notificato anche a Liga, in carcere da due anni.
Della massicciata creata dalla Euteco per depositare i rifiuti, alta dieci metri, in tutti questi anni nessuno sembra essersi accorto. Nemmeno l’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Contattata telefonicamente, hanno spiegato che «è difficile intervenire su tutto. In questo momento l’Arpa è in una situazione critica, tanto che abbiamo da poco un nuovo commissario straordinario».
Fino ad ora Cosa Nostra sembrava essere fuori da questo settore, appannaggio di Camorra e ‘Ndrangheta. Ma il dato di oggi «potrebbe essere la punta di un iceberg, ed è la riprova che le cosche sono alla continua ricerca di nuovi ambiti in cui investire – spiega Ingroia – Non c’è un ruolo specifico della mafia, ma è un affare di un’articolazione economica dell’organizzazione». L’ordine d’arresto è scattato dopo le indagini condotte dal Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Palermo, che ha scoperto l’attività avvalendosi di intercettazioni ambientali e videosorveglianza, effettuando i primi accertamenti già nel maggio del 2010. Nel corso delle indagini sono stati rinvenuti anche certificati contraffatti sulle prove di qualità dei materiali di reinterro e ripristino.
Il presidente di Legambiente Sicilia, Mimmo Fontana, esprime soddisfazione per l’operazione che definisce «un buon passo avanti nella lotta contro le ecomafie». Ancora però c’è molto da fare. «Il business fa gola a tutta la criminalità organizzata, tanto più in una regione inadeguata nella gestione dei rifiuti speciali. Prodotti non solo da tante piccole realtà imprenditoriali, ma anche da tre grandi poli industriali». Oggi, infatti, spiega Fontana, i rifiuti speciali debbono essere trasportati e trattati fuori dalla regione, con costi proibitivi per le aziende. «A tutto vantaggio – conclude – di chi vuol fare affari illeciti attraverso la loro gestione».
[Foto di Ape Gera]