Si è chiuso il primo atto del processo scaturito dall'operazione Pacta sunt servanda, in merito ai presunti favori fatti per favorire la posizione del figlio di uno degli indagati e per l'appropriazione di somme dal fondo economale dell'Università. Previsto anche un risarcimento da 50mila euro per il candidato danneggiato
Messina, sentenza per concorso pilotato a Farmacia Cinque condanne, ex rettore Tomasello viene assolto
Si è chiuso con cinque condanne e un’assoluzione il processo scaturito dall’operazione Pacta sunt servanda arrivato a sentenza di primo grado. Per il concorso pilotato alla facoltà di Farmacia al fine di favorire la posizione del figlio di uno degli indagati e per l’appropriazione di somme dal fondo economale i reati contestati a vario titolo agli imputati erano peculato, concussione, abuso d’ufficio e falso.
Nel dettaglio la seconda sezione penale di Messina ha disposto l’assoluzione per l’ex rettore Franco Tomasello, sette anni per l’ex preside di Farmacia Giuseppe Bisignano, che è stato assolto per due capi d’imputazione, sei anni per il professore ordinario di Microbiologia e Microbiologia chimica, Giuseppe Teti, assolto per un capo di imputazione, quattro anni per il gestore dell’economato, Cesare Grillo, un anno e sei mesi per Maria Chiara Aversa, allora delegata del rettore, un anno per Giuseppe Nicoletti, 81enne docente dell’Università di Catania. Stralciata la posizione di Sandro Ripa dell’università di Camerino.
Per Teti e Bisignano disposta anche interdizione perpetua dai pubblici uffici per la durata della pena. Nei confronti loro e di Grillo si procederà all’estinzione del rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione. Grillo è stato inoltre interdetto per cinque anni dai pubblici uffici e dovrà risarcire diecimila euro all’Università di Messina. Aversa, Mentre Bisignano e Teti dovranno pagare 50mila euro a Salvatore Papasergi, candidato che aveva ottenuto il punteggio più alto e che è stato quindi, come stabilito dai giudici, danneggiato dai favori tra docenti per il concorso. Si era costituito parte civile. Pena sospesa e non menzione della condanna per Aversa e Nicoletti.