Risultati i più votati in Sicilia, i due partiti hanno ottenuto un'affermazione ancora più forte nelle due zone. «Potrebbe avere inciso in un caso la capacità di comunicare l'alternativa e nell'altro il fascino del leader», commenta un'attivista palermitana. Confermato il crollo del Pd, la Lega non sfonda. Affluenza maggiore rispetto alle Regionali
Politiche, M5s e FI stravincono nei quartieri popolari Allo Zen e a Librino hanno l’82%. La Lega non sfonda
Novità seducenti e ritorni di fiamma che, a volte, sembrano amori intramontabili. A Librino e allo Zen, il voto per le Politiche si potrebbe sintetizzare così. Analizzando i risultati degli scrutini delle sezioni che coprono i quartieri popolari simbolo delle due principali città metropolitane della Sicilia, salta all’occhio il successo del Movimento 5 stelle e di Forza Italia. I due partiti più votati in Sicilia ottengono qui percentuali ancora più elevate, riuscendo ad attirare insieme quasi l’82 per cento delle preferenze espresse nel quartiere satellite etneo e oltre l’83 per cento dei voti degli abitanti della Zona d’espansione nord palermitana. Mentre a livello regionale insieme non superano il 70 per cento. Tenendo conto soltanto dei voti validi, nel caso catanese, la ripartizione delle preferenze tra le due forze è più netta: se al partito di Silvio Berlusconi è andato il 28,1 per cento, i cinquestelle si sono spinti fino al 53,68. Utilizzando lo stesso criterio – ovvero mettendo da parte schede nulle e bianche, comunque parte residuale dello scrutinio – si nota che, dall’altra parte della Sicilia, la differenza tra i due partiti è più lieve: 38,64 agli azzurri, 44,52 al partito guidato oggi da Luigi Di Maio.
Per entrambe le forze si tratta di una crescita rispetto alle scorse Regionali. Confrontare queste ultime con le elezioni nazionali, chiaramente, non si può prescindere dal tenere a mente alcuni fattori. Come l’influenza delle preferenze – alle Politiche si è votato il simbolo e l’incidenza del radicamento dei candidati nei territori si è avuta soltanto negli scontri agli uninominali, i cui protagonisti non erano i cosiddetti paracadutati – ma anche l’entrata in gioco di temi più ad ampio respiro. E, a tal proposito, vanno ricordati i richiami alla questione migranti e alla fiscalità. Argomenti che potrebbero aver contribuito all’aumento dell’affluenza, con quasi duemila voti in più espressi nel quartiere etneo e quasi 1700 in più in quello panormita.
Fatte queste premesse, si può passare ai numeri. A Librino il Movimento 5 stelle ha guadagnato oltre 25 punti (a novembre aveva ottenuto il 28,29 per cento), mentre Forza Italia è cresciuta di nove (19,16 alle Regionali). Allo Zen, invece, in questa tornata si è registrato il sorpasso dei cinquestelle: quattro mesi fa il partito più votato era stato quello di Berlusconi, con il 24,87 per cento, mentre ai grillini era andato il 21,24 per cento.
Per quanto riguarda gli altri partiti, si conferma il crollo del Partito democratico. A Librino alle Regionali aveva ottenuto 1314 voti – grazie anche alla presenza in lista di un ras delle preferenze come Luca Sammartino – mentre alle Politiche soltanto 732. Un dato bassissimo, se si considera che in linea teorica i dem avrebbero dovuto beneficiare anche del sostegno di Sicilia Futura che a novembre, correndo autonomamente, era riuscita a ottenere quasi seicento voti. Le cose non sono andate meglio allo Zen: qui, infatti, il Pd è passato da 140 a 226 ma l’incremento deve essere valutato tenendo conto della maggiore affluenza e del fatto che Sicilia Futura aveva preso 330 voti.
Chi, pur crescendo, non si può dire che abbia sfondato è la Lega. Il partito di Salvini, vera rivelazione delle Politiche a livello nazionale insieme ai cinquestelle, nei due quartieri popolari non ha fatto sfracelli. La valutazione, in tal senso, va fatta ricordando che alle Regionali il Carroccio ha corso insieme a Fratelli d’Italia. A Catania, l’alleanza portò 827 voti, un risultato migliore rispetto alla somma ottenuta dai due partiti alle Politiche (807). Discorso poco differente a Palermo: domenica scorsa, allo Zen, Lega e la formazione guidata da Giorgia Meloni hanno preso 266 voti, 88 in più rispetto alla lista presentata per la corsa all’Ars. Un aumento che, anche in questo caso, potrebbe essere stato influenzato dalla maggiore affluenza alle urne. Non ha fatto assolutamente breccia, invece, Noi con l’Italia. La quarta gamba, che includeva anche l’Udc, in ogni sezione esaminata ha preso quasi sempre meno di dieci voti.
«Rispetto alle elezioni regionali si è fatta molta meno campagna elettorale e, per questo, il voto potrebbe essere stato più libero – commenta Mariangela Di Gangi dell’associazione Zen Insieme – I successi dei cinquestelle e di Forza Italia credo siano legati a diversi fattori: per il Movimento credo abbia influito molto la capacità di riuscire realmente a comunicare l’alternativa, perché raramente gli abitanti di questo quartiere si sono trovati, in passato, ad avere qualcuno che chiedesse il consenso senza promettere nulla di specifico in cambio, mentre nel caso del partito di Berlusconi potrebbe avere inciso il carisma del leader».