Dopo un sopralluogo a Pantano d'Arci, i consiglieri Sebastiano Anastasi, Niccolò Notarbartolo e Nino Vullo hanno presentato un'interrogazione su quello che appare come un clamoroso spreco. Sotto osservazione anche il rapporto tra la partecipata e un'associazione fondata dal consigliere di quartiere Giuseppe Nicotra. Guarda le foto
Amt, abbandonate un centinaio di bici elettriche Consiglieri: «Sciaguratamente sottratte alla città»
Sarebbero almeno 150 le bici elettriche lasciate in disuso in un magazzino Amt dell’autorimessa di Pantano d’Arci. Un sorta di cimitero per ogni idea di mobilità sostenibile da mettere in campo a Catania. Alzano il velo sul clamoroso spreco i consiglieri comunali Sebastiano Anastasi, Niccolò Notarbartolo e Nino Vullo, autori di un sopralluogo sul posto e di un’interrogazione che ricostruisce anche la vicenda del progetto flop ScuolaInbici. Quello grazie a cui il Comune, durante gli anni dell’amministrazione Stancanelli e usufruendo di un ingente finanziamento del ministero dell’Ambiente, aveva acquistato i mezzi con l’obiettivo di farle utilizzare gratuitamente agli studenti delle scuole superiori.
Le bici però, secondo quanto riportato dai consiglieri, sono invece ammassate nella struttura con tanto di colonnine per il cicloposteggio, ormai deteriorate da anni di inutilizzo. «Il fallimento della precedente amministrazione non giustifica la colpevole inerzia dell’attuale giunta Bianco – si legge nel documento di Notarbartolo, Anastasi e Vullo – che ha deliberatamente deciso di abbandonare le bici quasi nuove in una rimessa dell’Amt, sottraendole in maniera sciagurata alla collettività». Le colonnine sarebbero state «scaricate» solo pochi giorni fa nel magazzino al primo piano dell’autorimessa, episodio su cui i consiglieri chiedono chiarimenti: «Chi ha autorizzato lo scarico delle colonnine e di chi erano i dipendenti che le hanno smontate e trasportate?»
Nell’interrogazione si ricordano anche le dichiarazioni dell’assessore Rosario D’Agata risalenti al 2013 e rilasciate a MeridioNews (allora Ctzen): «Per quel che ne sappiamo noi – riferiva l’uomo della giunta Bianco – le bici sono state consegnate e la responsabilità è dei presidi che le hanno in consegna». Secondo i consiglieri i mezzi erano in realtà già stipati nel magazzino: «Perché l’assessore alla Mobilità dichiarava di non sapere dove fossero le biciclette?», si chiedono nell’atto.
Nel piazzale dell’Azienda municipale trasporti e nelle officine di Pantano d’Arci risultato ospitati anche i bus storici dell’Associazione mediterranea autobus storici (Amas). Circostanza su cui gli autori dell’interrogazione vorrebbero altresì fare chiarezza. Nei video caricati online dall’associazione, si vedono infatti all’opera su tali mezzi le maestranze della partecipata comunale. La richiesta dei consiglieri è dunque di capire «a che titolo l’Amas utilizza spazi, mezzi e personale Amt», e se l’apertura all’utilizzo dei privati dell’ampio parcheggio del centro direzionale, certamente sottoutilizzato, e dell’officina è una scelta strategica dell’amministrazione volta a incrementare i ricavi della azienda partecipata che controlla». Tali attività andrebbero autorizzate nel rispetto della normativa vigente, ricordano Anastasi, Notarbartolo e Vullo, «benché idealmente riteniamo meritoria l’attività di recupero di autobus storici per realizzare un museo».
L’Amas si occupa proprio di preservare le vetture storiche adibite al trasporto pubblico. Nella sua disponibilità vi sarebbero meno di una decina di bus, utilizzati dall’Amt in occasioni di iniziative speciali e rievocazioni. Durante le ultime festività, ad esempio, uno dei bus storici è stato trasformato nella casa di Babbo Natale in piazza Università. L’obiettivo finale è proprio quello di creare «un grande e completo museo del centro/sud Italia» dedicato alla storia della mobilità su bus. Tra i soci fondatori dell’associazione c’è Giuseppe Nicotra, consigliere della quinta municipalità eletto con il Megafono. «Collaboriamo con Amt da anni, fin dai tempi della presidenza Sanfilippo, la politica non c’entra – dice l’avvocato a MeridioNews – Questo rapporto tra noi e la partecipata c’è sempre stato». Basato a quanto sembra non su un accordo formale vero e proprio, ma su una serie di «richieste scritte cui Amt ha sempre regolarmente risposto – dichiara Nicotra – I mezzi comunque non intralciano le operazioni della rimessa e tutte le nostre attività sono di natura assolutamente volontaria».
Dopo l’articolo di MeridioNews, il presidente dell’Amt Puccio La Rosa precisa come la partecipata non sia direttamente responsabile delle biciclette: «Le custodiamo lì su richiesta del Comune, dai tempi della vecchia amministrazione, non appartengono a noi», dichiara. Sulla vicenda degli autobus storici, per La Rosa «tutto si svolge alla luce del sole e per finalità di promozione della mobilità sostenibile, il nostro personale ha lavorato sui bus in occasione degli allestimenti di Natale e Sant’Agata; vengono inoltre custoditi nella nostra rimossa in forza di un comodato gratuito in vigore fino al 30 giugno 2018».