Il politico l'hanno scorso ha subito la confisca di 15 milioni di euro. Nel suo passato, un'assoluzione dall'accusa di concorso esterno, ma anche le presunte ingerenze nelle attività amministrative ed economiche del Trapanese. Ieri notte, i carabinieri lo hanno trovato sprovvisto del documento che avrebbe dovuto portare con sé
Salemi, arrestato l’ex deputato Pino Giammarinaro Sorvegliato speciale, stava in auto con pregiudicato
Lo hanno trovato in compagnia di un pluripregiudicato e senza il documento che ogni persona sottoposta a sorveglianza speciale è tenuto a portare con sé ed esibire sulla richiesta delle forze dell’ordine. È per questo motivo che la notte scorsa i carabinieri di Salemi hanno arrestato Pino Giammarinaro, 71enne ex parlamentare. L’uomo era su un’auto guidata da una persona con cui Giammarinaro sarebbe solito stare. Portato in caserma per le formalità di rito, Giammarinaro è stato arrestato e poi portato a casa in regime di domiciliari.
Ed deputato della Democrazia Cristiana, Giammarinaro la scorsa primavera è stato destinatario di un provvedimento di confisca di un patrimonio del valore di 15 milioni di euro. Considerato il re della sanità nell’hinterland trapanese, il politico a inizio anni Duemila venne assolto da un procedimento in cui era accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, dopo che alcuni pentiti non confermarono una serie di dichiarazioni precedentemente rese. L’uomo avrebbe influenzato pesantemente anche le attività della giunta comunale quando sindaco di Salemi è stato l’attuale assessore ai Beni culturali Vittorio Sgarbi. Di lui avrebbe parlato anche il boss Vincenzo Virga, recentemente condannato all’ergastolo per l’omicidio del giornalista Mauro Rostagno, che a suo tempo lo avrebbe definito «un picciotto sperto che avrebbe fatto strada».
Secondo il pentito Salvatore Lanzalaco, i cugini Salvo, noti come gli esattori di Cosa nostra, a inizio anni Novanta avrebbero convinto Giulio Andreotti a puntare sull’imprenditore salemitano come politico della Dc per le elezioni regionali. Più di recente, gli inquirenti hanno ritenuto riconducibile alle pressioni di Giammarinaro pure la mancata assegnazione all’associazione Libera di un terreno confiscato al narcotrafficante di Salemi Salvatore Miceli.