Leila Li Causi si è detta disponibile per cercare di mettere un freno al fenomeno del randagismo. Alcuni volontari hanno trovato decine di animali senza vita a causa di sostanze letali. Sotto accusa la sindaca, destinataria anche di minacce. «Non ho colpe», scrive. L'Ars, intanto, pensa a una commissione per studiare il fenomeno
Sciacca, trenta cani randagi morti avvelenati in città Veterinaria: «Mi offro di sterilizzarli gratuitamente»
La storia si ripete. Da un lato il fenomeno del randagismo che è in crescita e dall’altro lato la mano crudele dell’uomo che non si ferma davanti a nulla. Succede a Sciacca, in contrada Muciare, nei pressi della spiaggia della città, dove alcuni volontari hanno in un primo momento trovato 15 cani morti, tra rifiuti, materiale di risulta e anche altre esche avvelenate. Il numero degli animali morti adesso è salito a una trentina. Tutti uccisi, a quanto pare, con polpette contenente sostanze letali abbandonate lungo le strade.
Mentre gli animalisti hanno lanciato l’allarme per una ventina di cani dei quali non si ha più notizia, la sindaca di Sciacca, Francesca Valenti, ha firmato un’ordinanza con cui avverte la popolazione del pericolo che in circolazione possa esserci altro cibo avvelenato, invitando a controllare i propri animali. Ma nel mirino delle critiche è finita lei stessa. A lamentarsi sono cittadini arrabbiati per quanto successo e che accusano l’ente locale di non avere posto adeguata attenzione al fenomeno del randagismo. C’è poi chi si è spinto oltre le critiche, finendo per augurare la stessa fine ai familiari della prima cittadina che, dal canto suo, ha risposto alle accuse: «Non sono colpevole e non intendo scusarmi.- ha dichiarato Valenti -. Chi siete voi per scrivere, minacciare, maledire? Chi vi dà il diritto di parlare contro una persona che non conoscete? Quello che è successo ai poveri cani non deve più succedere. Stiamo facendo e faremo del tutto per tutelare gli animali e ciò non per fare un favore a qualcuno o per timore, ma per dovere e per rispetto della mia città».
In attesa che le istituzioni attuino le azioni necessarie, la veterinaria Leila Li Causi – nota ad Agrigento per le sue campagne a favore degli animali e scesa in prima linea nella vicenda che in passato vide sette cani avvelenati all’interno della Valle dei Templi – si è offerta di sterilizzare i cani di Sciacca gratuitamente. «Metto a disposizione il mio lavoro, il mio tempo – dichiara a MeridioNews -. So che sarà difficile gestire tutto da sola, ma chiedo a tutti quelli che mi vogliono aiutare in questa battaglia di aiutarmi con le spese vive per praticare l’intervento, ossia l’anestesia e i fili di sutura. Dall’altro lato l’Usl dovrà microccipare tutti gli animali. Io sono pronta, farò quattro-cinque sterilizzazioni a settimana. Se il Comune non può permettersi di pagare le cure per questi cani abbandonati, saremo noi cittadini a dare una mano al Comune». Sono già in molte le persone che, dinnanzi al gesto della veterinaria, hanno risposto mettendosi a disposizione per permetterle di poter salvare quanti più cani possibili.
Nel frattempo non mancano i commenti della politica regionale. Il presidente dell’Assemblea regionale, Gianfranco Miccichè, ha dichiarato che occorre «istituire subito all’Ars una commissione parlamentare che studi il fenomeno del randagismo e si faccia carico di trovare soluzioni concrete». A parlare è stato anche Giovanni Giacobbe, di recente nominato dall’Ars consulente in materia. «Affrontare il problema del randagismo, oggi vera e propria emergenza regionale, significa dare piena attuazione alla legge di riferimento n.15 del 2000 -. Insieme con le principali associazioni animaliste, stiamo approfondendo ogni modalità di intervento, e tentando di recepire e accorpare tutte le istanze di questi soggetti». Un appello arriva anche da parte della parlamentare Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista e della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente. «Se davvero si vogliono impostare misure immediate e risolutive contro il randagismo dilagante in Sicilia, è indispensabile richiamare alle proprie responsabilità i soggetti cui le leggi vigenti (non quelle a venire) affidano compiti evidentemente disattesi: i prefetti, i sindaci e le Asp».
Intanto le associazioni animaliste locali e nazionali si stanno mobilitando e hanno deciso di organizzare una manifestazione che si terrà sotto forma di presidio domenica prossima, dalle 15 alle ore 17, in piazza Scandaliato nell’area antistante il Municipio.