Agrigento, presunta gara d’appalto truccata al Genio «Finalmente pigliai sta cosa, ora devo dargli l’elenco»

Una gara d’appalto totalmente finta, con le norme usate solo per dare una cornice di legalità agli accordi sotto banco. È ciò che si sarebbe verificato, a partire dal 26 gennaio, nella sede del Genio civile di Agrigento. Quel giorno, negli uffici di piazza Vittorio Emanuele, è iniziato l’esame delle buste relative ad alcuni interventi di consolidamento della viabilità comunale a Caltabellotta, pianificati dopo i danni causati dal maltempo di inizio 2015. Il lavoro del valore di 350mila euro è stato aggiudicato, con il criterio del massimo ribasso, alla BDF Appalti srl, impresa con sede nella città dei templi di cui sono soci i coniugi Antonietta Patti e Bartolomeo De Francisci. La gara si è svolta tramite procedura negoziata semplificata, modalità che dà possibilità di partecipare solo a chi riceve l’invito da parte della stazione appaltante. In questo caso, il Genio civile di Agrigento, nella figura dell’ingegnere capo Duilio Alongi, nominato responsabile unico del procedimento dal dipartimento regionale della Protezione civile ad aprile dello scorso anno.

Fin qui la teoria. Poiché, stando a una denuncia giunta alla procura di Agrigento, la gara sarebbe stata truccata. A corredo dell’esposto c’è una registrazione, di cui MeridioNews è in possesso da prima della chiusura dei termini per presentare le offerte, in cui si sente De Francisci parlare con uno degli altri 15 imprenditori invitati. Il colloquio avviene prima che la comunicazione del Genio civile – utile a informare la ditta di essere stata abilitata a partecipare – venga notificata e avrebbe avuto uno scopo preciso: concordare la partecipazione fittizia dell’impresa, inserendola nell’elenco delle società compiacenti che faranno da contorno alla disputa, dato che quella vincitrice sarebbe stata già decisa. Va specificato che il dialogo avviene in una fase in cui nessuno dei pretendenti – stando alla normativa – dovrebbe sapere di essere stato invitato né tantomeno conoscere i nomi degli altri partecipanti, e soprattutto che a scegliere le imprese dovrebbe essere la stazione appaltante in maniera del tutto autonoma e riservata.

Le cose, però, sarebbero andate diversamente: «Ti sono venuto a cercare perché finalmente, dopo un anno che vado appresso all’ingegnere capo Duilio Alongi, pigliai sta cosa», dice De Francisci, facendo riferimento al futuro appalto. L’imprenditore, chiarendo quale sarà la procedura di gara, comunica la necessità di individuare una rosa di almeno 15 imprese da invitare. Un’attività che, rispetto al passato, sarebbe più impegnativa. Dopo avere nominato Alongi, si apre una parentesi finché De Francisci torna al cuore della discussione, senza fare altri nomi e senza nemmeno esplicitare il soggetto di cui parla. «Lo avrei chiuso come voglio io in un’ora, ad Agrigento o Favara, ma mi fa “Mi devi fare una cortesia, mi devi nominare il 50 per cento dalla provincia, però il 50 per cento me lo devi dare di fuori”», continua De Francisci, parlando delle indicazioni ricevute. Poi specifica: «Domani devo dargli l’elenco».

In un altro passaggio, sostiene che gli sarebbe stato chiesto di incontrare di presenza gli imprenditori da inserire nella lista. E che alcuni gli sarebbero stati direttamente suggeriti. «Mi ha detto “Ci puoi andare tranquillo” e mi ha messo la X», rivela. Poco dopo, invece, afferma di conoscere quali ditte posseggono i requisiti richiesti. «Ci sei (nell’albo delle aziende abilitate, ndr) – assicura De Francisci al suo interlocutore – se no non venivo. Se non avevo l’elenco, non venivo. Lui me l’ha dato. Mi ha detto “Qui c’è l’elenco, scegline 15, però non più di sette-otto dalla provincia”». Infine, dopo avere promesso di ricambiare la cortesia con un coinvolgimento in futuri lavori, De Francisci ribadisce che per fare partire gli inviti «aspettano me».

Sfogliando il verbale con cui il 27 febbraio, l’ingegnere capo Alongi ha accolto la proposta di aggiudicazione fatta dal presidente del seggio di gara, risulta che, oltre a quelle dei due imprenditori protagonisti della registrazione, sono state invitate ditte che hanno sede nelle località citate da De Francisci. A ciò si aggiunge il fatto – MeridioNews è in grado di confermarlo – che l’imprenditore avvicinato, in sede di chiusura dei termini per partecipare, agisce come richiesto dal proprietario della BDF. Nello specifico sono state sette le imprese che hanno presentato offerte. Quella di De Francisci è l’unica ad avere superato la soglia di anomalia, precedentemente calcolata dalla commissione di gara. Nello specifico l’imprenditore ha proposto un ribasso del 10,1548 per cento, a fronte di un limite fissato a 9,6084 per cento. Questo passaggio, tuttavia, non ha pregiudicato l’aggiudicazione. «Il presidente, non essendo esercitabile la facoltà di esclusione automatica perché il numero delle offerte ammesse è risultato inferiore a dieci, ha comunicato gli esiti di gara al fine di richiedere gli elementi giustificativi all’impresa BDF Appalti e potere verificare la congruità dell’offerta presentata», si legge nel verbale. Motivazioni che due settimane dopo vengono giudicate da Alongi «adeguate ed esaustive, esenti da vizi di illogicità, contraddittorietà e irragionevolezza».

«Ho partecipato e basta – dichiara De Francisci a MeridioNews -. Mi hanno invitato e ho partecipato. Non è la prima gara che faccio, partecipo a centinaia di gare come queste. Altre volte ho partecipato e non ho vinto. Lei dice che mi ha sentito parlare, non è che ho detto “mi devi fare la busta” o “mi devi fare un ribasso”. Di solito si sa chi partecipa e non partecipa». Parole, queste ultime, che l’imprenditore chiarisce specificando di fare riferimento ai requisiti tecnici che un’impresa deve avere per potere essere invitata. In merito ai contatti con Alongi, De Francisci si limita a dire: «Lo conosco perché è del Genio civile, ma non ho rapporti con lui». Mentre sulle relazioni tra gli altri imprenditori: «Tra colleghi parliamo sempre dei lavori che ci sono in giro, ma non significa che intimidisco o chiedo la busta (di fare un’offerta precisa, ndr). Magari ci consultiamo sui prezzi, se sono buoni o no. Ma poi ognuno partecipa per conto suo. Parlare con un collega e poi vincere la gara non è un reato». 

Dal canto suo Alongi respinge ogni allusione in merito a un proprio coinvolgimento nella vicenda. «Massima trasparenza, io neanche faccio parte del seggio di gara – replica a MeridioNews l’ingegnere capo -. Nessuno conosceva gli invitati. Ho preso le ditte dall’elenco dell’emergenza idrogeologica, non sono neanche iscritte nel mio albo. C’erano delle offerte anomale. Ho la coscienza a posto, sono solo cattiverie». Intanto però, poche ore dopo la telefonata, i verbali della gara di Caltabellotta sono spariti dal sito del Genio Civile.


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