Cassonetti stracolmi, cumuli di spazzatura sui marciapiedi, zone che diventano vere e proprie discariche abusive. È per questi disagi che vanno avanti da mesi che Fabio Giuffrida, residente di via Scandurra, ha deciso di chiedere il risarcimento dell'80 per cento della tassa sui rifiuti. Guarda le foto
Raccolta rifiuti, cittadino richiede rimborso per Tari «La differenziata continua a essere un disastro»
Dal centro alle periferie, quello della munnizza a Catania è e resta un problema. Cassonetti stracolmi, cumuli di spazzatura sui marciapiedi, odore nauseabondo, insetti, topi e gatti che rovistano nei sacchetti, specialmente nei giorni in cui è previsto il conferimento dell’umido, angoli di città che diventano vere e proprie discariche abusive. È per questo che Fabio Giuffrida, un cittadino residente in via Scandurra, ha presentato una richiesta di rimborso al Comune. «Restiamo in attesa di risposta, in caso contrario adiremo a febbraio la commissione tributaria. Non c’è motivo di pagare la Tari se la raccolta rifiuti continua a essere un disastro nella nostra zona: per questo, come prevede la legge, abbiamo chiesto il rimborso dell’80 per cento della tassa sui rifiuti».
Servizio di raccolta rifiuti insufficiente, disservizi continui e intollerabili, sono stati più volte segnalati dagli abitanti della zona di via Scandurra e via Canfora alla direzione Ecologia e ambiente di Palazzo degli elefanti e alla polizia municipale. «I disagi – spiega a MeridioNews Fabio Giuffrida – sono iniziati contestualmente all’avvio della raccolta differenza circa un annetto fa. Se una parte è da imputare all’assenza del Comune, non si possono comunque sottovalutare le questioni legate alla inciviltà delle persone. È vero che nell’ultimo periodo vengono in zona due o tre ragazzi con la pettorina del Comune per controllare, ma solo la mattina mentre la gente inizia nel tardo pomeriggio a buttare rifiuti non conformi».
La piazzetta fra via Scandurra e via Canfora, in pieno centro cittadino, «si è trasformata in una vera e propria discarica abusiva, un grave problema non solo di decoro ma anche di pericolo per la salute», dice il giovane che ha documentato con molte foto che ha provveduto, già nello scorso mese di marzo, a inviare via fax alle autorità competenti a cui chiedeva la pulizia straordinaria della pizza, la rimozione dei rifiuti e delle sanzioni per i trasgressori. «Dal Comune nessuna risposta, le multe sono ancora pochissime e i vigili urbani praticamente risultano non pervenuti». In questo slargo dove vige la raccolta differenziata con il sistema del porta a porta ma dove l’accumulo di sacchetti stracolmi di rifiuti è diventato endemico, è capitato anche che la spazzatura venisse bruciata.
Intanto, proprio questa mattina arriva la segnalazione di cassonetti dati alle fiamme in zona San Giovanni Galermo, in via Don Minzoni e in via San Matteo. Contenitori ridotti a un cumulo di cenere e plastica sciolta con fumi tossici sprigionati che hanno costretto i residenti delle palazzine circostanti a restare chiusi in casa. «La mia richiesta di rimborso, in realtà – conclude Fabio Giuffrida – è più che altro una questione non strettamente economica ma un’azione simbolica di protesta partendo anche dal presupposto che lo scorso mese di ottobre sul sito del Comune di Catania è comparsa una nota stampa a firma del sindaco Enzo Bianco che paradossalmente confermava le vistose carenze nel servizio».