Escrementi di roditori ritrovati nelle aule della scuola siracusana dove oggi gli alunni sono rimasti fuori, per volontà dei genitori che hanno manifestato il loro disagio. Dall'amministrazione comunale assicurano di aver fatto disinfestazione e derattizzazione già nelle scorse settimane. Si attende la relazione dell'ufficiale sanitario
Siracusa, topi all’interno della scuola Raiti «I nostri figli non entrano: posto rischioso»
Escrementi di topi nelle aule, sui banchi, nei corridoi, all’interno degli armadietti, accanto ai libri e dentro le scatole dei giochi dei bambini. È questo il motivo che ha spinto oggi le famiglie degli oltre 400 fra bambini e ragazzi che frequentano l’istituto comprensivo Salvatore Raiti a manifestare davanti al cancello rimasto chiuso della struttura di via Pordenone, nel quartiere Santa Lucia a Siracusa.
Nei giorni scorsi i genitori avevano già denunciato la grave situazione igienico-sanitaria e qualcuno di loro aveva anche preferito non lasciare i figli nelle classi di scuola materna, elementare o media. Nella mattinata di ieri sono stati eseguiti i controlli da parte dell’Igm (ditta siracusana a cui è affidata la raccolta dei rifiuti in città), dell’impresa che si occupa della manutenzione del verde pubblico, degli ispettori del settore igiene dell’Asp ufficio ambiente, dei Nas dei carabinieri sia nei locali interni che nel giardino di pertinenza dell’istituto.
Mentre si aspetta la comunicazione della relazione dell’ufficiale sanitario per capire se le carenze igienico-sanitarie sono tali da prevedere la chiusura dell’edificio scolastico, l’assessora alle Politiche scolastiche, Roberta Boscarino, assicura che «l’amministrazione nelle scorse settimane ha già provveduto a far fare una derattizzazione all’Igm e una disinfestazione anche delle strade circostanti, dopo la richiesta telefonica della dirigente scolastica. La certezza è che è emerso che non ci siano tracce di nidificazione dei roditori».
Senza aspettare la comunicazione ufficiale, intanto da ieri i genitori hanno deciso autonomamente di non mandare i bambini e i ragazzi a scuola. «In realtà, la vicenda è iniziata circa un mese fa – spiega a MeridioNews una mamma – quando è cominciata a girare la voce che negli ambienti interni ed esterni dell’istituto erano stati visti topi ed escrementi, sia da genitori che da alcune maestre». In un primo momento, le insegnanti avrebbero riferito la questione alla dirigente scolastica che avrebbe deciso di gestire la situazione senza informare genitori. «In buona fede – commenta la signora – credo lo abbia fatto per non creare allarmismo. L’episodio scatenante, però, si è avuto la scorsa settimana, quando un genitore ha raccontato di essersi visto un topo passare fra i piedi e sono state trovate feci di ratti all’interno di alcune aule e sui banchi».
A quel punto, una circolare della dirigente avvisa che la scuola sarebbe rimasta chiusa per qualche giorno per una derattizzazione urgente. «Nell’arco della stessa giornata – riferisce la mamma – la circolare viene annullata e la preside ci spiega che le procedure sono state bloccate dall’amministrazione comunale, perché chiudere la scuola non era necessario. Noi non sappiamo se la disinfestazione e la derattizzazione siano state realmente fatte, ma ci siamo stancati perché ci siamo sentiti anche presi in giro dalle istituzioni che, fra loro, fanno a scarica barile. Quindi, da ieri, in autonomia abbiamo deciso di non mandare più i nostri figli in quegli ambienti sporchi e pericolosi finché non faremo un sopralluogo che ci mostri che le condizioni sono cambiate».
Sin da subito si sono interessati della questione i consiglieri comunali Salvo Sorbello e Cetty Vinci. «Noi chiediamo che i genitori vengano ascoltati anche dal primo cittadino che è responsabile della sanità e della tutela dell’infanzia, e che si intervenga immediatamente trovando un’adeguata soluzione definitiva. È necessario – concludono – che l’amministrazione comunale dia un conforto e anche un sostegno economico ai genitori che sono costretti a portare i loro figli in una ludoteca e a pagare la quota giornaliera».