La sinistra gioisce, nel Pd in crisi è resa dei conti Sulla coalizione pesa il flop di alfaniani e centristi

«Mi pare che Davide Faraone stia blaterando da ieri sera, imperversando sulle varie reti televisive per cercare di tergiversare su errori clamorosi commessi da lui e dal suo schieramento, in particolare dal Pd e da Alfano. Ci sono due errori di fondo. Il primo è che c’è continuità con il governo Crocetta e il secondo l’alleanza con Alfano che ha penalizzato fortemente il centrosinistra e lo stesso Alfano». A tenere il polso della cocente sconfitta del centrosinistra alle regionali siciliane ci pensa Davide Zoggia, ex governatore della provincia di Venezia ed ex responsabile organizzativo del Pd ,oggi a Palermo a sostegno di Claudio Fava per Mdp-art. 1

Zoggia respinge fortemente le accuse mosse verso l’alleanza di movimenti a sostegno di Fava dal sottosegretario all’istruzione Faraone che non risparmia strali ai dissidenti della Sinistra per aver abbandonato il progetto elettorale, inizialmente unito intorno intorno alla candidatura di Micari e avere così causato la sconfitta del centrosinistra. «Non è colpa nostra se hanno perso, non c è nessun fallimento del modello Palermo, ma solo un tentativo di sopravvivere politicamente in attesa delle elezioni politiche – aggiunge – mente noi abbiamo presentato un progetto che riguardava la Sicilia e, se i dati verranno confermati e il quorum sarà superato, partiamo da qui per costruire un progetto in Sicilia e sul panorama nazionale». 

Zoggia gongola, forte di quel 9 per cento in provincia di Ragusa e dell’ 8 per cento ottenuto dalle liste a Palermo, ma nel comitato elettorale di Fava ancora si attende perché a livello regionale, a metà dello spoglio, la lista Cento Passi resta di poco sopra la soglia di sbarramento del cinque per cento. Fava ha per questo rinviato la conferenza stampa che avrebbe douto tenere alle 16. La speranza per la sinistra è che scattino almeno tre rappresentanti al parlamento regionale

«È un risultato straordinario che ci permette di portare all’Ars la vera sinistra dopo vent’anni – dice Pino Apprendi, ex deputato Pd all’ Ars, ora candidato nella lista di Fava a Palermo -. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. E questo sarà il primo dei cento passi che a livello nazionale porterà ad un’avanzata della sinistra con numeri ancora piùforti di quelli che abbiamo avuto qui in Sicilia».

Al momento, sommando i voti delle liste del centrosinistra e quelli delle liste di Fava, si raggiunge il 31 per cento, contro il 39 per cento di Musumeci. Sulla sconfitta del centrosinistra pesa anche il fattore Angelino Alfano, che, a casa sua, in provincia di Agrigento, dove l’ affluenza alle urne si è fermata al 39,6 per cento, ha ottenuto appena l’8,4 per cento e su base regionale non supererebbe lo sbarramento. Nello stesso movimento anche il messinese presidente uscente dell’Ars Giovanni Ardizzone, candidato per i centristi di Giampiero D’Alia. Ma nella città dello Stretto il risultato non è dei migliori (4,4 per cento). Alfano e D’Alia hanno dovuto fare conti con l’elettorato di centrosinistra che non si è riconosciuto nel percorso di continuità segnato dall’alleanza con Crocetta e nello stesso tempo hanno subito il non voto del suo elettorato originario che era appunto, di centrodestra.

In ultimo il deterrente della coalizione di centrosinistra è stato rappresentato dalle defezioni di molti esponenti e deputi all’Ars tra gli alfaniani che sono tornati in Forza Italia, come Pietro Alongi, e dai Centristi per Micari hanno fatto ritorno nelle file dell’Udc di Cesa, svuotando i due movimenti a sostegno di Micari per far confluire voti nel centordestra. Ad avviso di molti nell’ Udc, che già supera lo sbarramento, raggiungendo quasi il 6 per cento, sono confluiti molti dei voti che appartenevano ai moderati di Alfano e dei centristi per l Europa.

«Se fossimo apparsi credibili e vincenti non avremmo subito molto probabilmente questo voto disgiunto – ha tirato le somme così Davide Faraone – e il problema non è la candidatura di Micari, che è di qualità ed è all altezza di una vittoria, ma il fatto che la coalizione non unita è apparsa poco credibile ad una vittoria, per cui molti elettori hanno deciso di premiare Musumeci o Cancelleri. Questo ci ha penalizzato. Noi ce la metteremo tutta per ricompattare la coalizione sul piano nazionale, ma le elezioni politiche – conclude – sono tutta un’altra partita».


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