A essere coinvolti nell'inchiesta sulle firme false che riguardano le elezioni amministrative del 2013 sono politici, amministratori e funzionari pubblici locali. «Mi ha stranito la presenza del primo cittadino», commenta il verde Giuseppe Patti che presentò l'esposto in Procura
Siracusa, avvisi di garanzia per Firmopoli Fra i 15 indagati anche il sindaco Garozzo
Quindici avvisi di conclusione delle indagini per il caso di firme false a Siracusa sono stati notificati questa mattina dalla Procura aretusea retta da Francesco Paolo Giordano. A essere coinvolti sono politici, amministratori e funzionari pubblici, l’inchiesta riguarda la campagna elettorale per le amministrative del 2013.
Da quanto riportato su La Sicilia, fra i 15 indagati ci sono anche il primo cittadino di Siracusa ed esponente del Partito democratico, Giancarlo Garozzo, l’ex assessore comunale Emanuele Schiavo e gli attuali consiglieri comunali Luciano Aloschi e Salvatore Sorbello. Poi anche gli ex consiglieri comunali Sebastiano Di Natale, Natale Latina, Riccardo Cavallaro e Vittorio Anastasi, l’ex presidente della provincia regionale Armando Foti, i funzionari pubblici Ignazio Leone, Salvatore Gianino ed Ettore Manni e, infine, gli ex consiglieri provinciali Michele Mangiafico, Nunzio Dolce e Sebastiano Butera. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Giordano e dal sostituto Antonio Nicastro, avrebbe portato all’accertamento dell’esistenza di firme false in tutte e 14 le liste. Risultato a cui si sarebbe giunti dopo aver ascoltato decine di persone e raffrontato quasi 200 firme.
L’allora consigliere provinciale Emanuele Schiavo è indagato per falsità ideologica perché avrebbe attestato che 22 delle 40 firme per la presentazione dei candidati a sindaco e a consigliere comunale nella lista Rinnoviamo Siracusa adesso e altre 21 per la lista Garozzo sindaco fossero autentiche e messe in sua presenza. Per l’accusa, sarebbe stato Garozzo a indurlo portarlo a questo comportamento. All’ex consigliere provinciale Michele Mangiafico vengono contestate sei firme per la lista Mangiafico, 19 per la lista Siracusa protagonista con Vinciullo e 15 per lista Itaca. Le firme disconosciute al consigliere comunale Luciano Aloschi sono invece tre per la lista Diritti e libertà centro democratico e nella stessa lista otto vengono contestate all’ex consigliere provinciale Nunzio Dolce.
A Natale Latina ne vengono messe in discussione undici nella lista Siracusa volta pagina-riprendiamoci la nostra città; a Sebastiano Butera ne sono state contestate 18 relative alla lista Siracusa Democratica; mentre per l’ex consigliere comunale Riccardo Cavallaro 13 sarebbero le firme false nella lista Italiani in movimento con Ardita. All’ex consigliere comunale Sebastiano Di Natale sono imputate dieci firme nella lista Con Edy per Siracusa.
Il reato di falso è contestato all’attuale consigliere comunale Salvo Sorbello per otto firme disconosciute nella lista Progetto Siracusa e ai funzionari pubblici Ignazio Leone (15 firme nella lista Pronti al cambiamento – siamo la gente di Siracusa), Salvatore Gianino (per le liste Un volto pulito lista Franco Greco) e Ettore Manni (13 firme nella lista Siracusa risvegliati Briante sindaco). La Procura contesta, invece, il reato di uso di atto falso solo a Armando Foti e Vittorio Anastasi.
L’inchiesta Firmopoli nasce dopo un esposto presentato dal coordinatore dei Verdi Giuseppe Patti. «Per la città di Siracusa è una brutta botta. Mi ha stranito la presenza di Giancarlo Garozzo fra gli indagati perché – dichiara a MeridioNews – non pensavo che il sindaco in campagna elettorale si prestasse alla raccolta e alla presentazione delle firme, ma evidentemente l’interesse era forte». Un caso firme false c’è stato anche a Palermo e ha riguardato il M5s. «Subito dopo, soprattutto basandomi sulla difficoltà oggettiva di raccogliere 800 firme in soli cinque giorni – ricorda – avevo avuto una sensazione e così sono andato a verificare e ho visto delle incongruenze, ma non pensavo che coinvolgessero tutte le liste. Inoltre – continua – rispetto a Palermo qui con questo sistema di falsificazione delle firme sarebbero state elette varie persone come consiglieri comunali. Se fosse tutto vero – conclude Patti – sarebbe stata gravemente violata e manipolata la democrazia a Siracusa».