Un'auto con un contrassegno simile a quelli della Regione Siciliana sarebbe rimasta posteggiata per più di un'ora in uno stallo riservato a chi ha problemi di mobilità. È successo in via Firenze. «La nostra è una lotta contro i mulini a vento», denuncia Attilio Catara, fratello di chi ha richiesto il posto sulle strisce gialle
Posto disabili occupato da auto con logo Regione «Autista dispiaciuto, distribuiva volantini elettorali»
«Stava andando a distribuire volantini per le prossime elezioni»: sarebbe questa l’imbarazzante motivazione che il conducente di un’auto con un contrassegno della Regione Siciliana avrebbe fornito due giorni fa per giustificare il posteggio sullo stallo riservato a un disabile. «È successo sotto casa mia – denuncia Attilio Catara – dove mio fratello Francesco ha il posto riservato. Ho fatto una foto pubblicata su Facebook, volontariamente senza prendere la targa: questa persona si è fermata circa un’ora e mezza, mi ha chiarito il fatto, era mortificato. Gli ho spiegato che una persona abile non può permettersi un atteggiamento del genere».
Dall’immagine realizzata non si vedono numeri di serie o autorizzazioni per verificare che si tratti effettivamente di un’automobile in uso alla Regione. Anche se il foglio esposto – per quanto visibile parzialmente – è molto simile a quelli dei pass temporanei concessi per missioni fuori sede. La battaglia contro l’inciviltà, però, non si limita al caso di un paio di giorni fa: «Sotto casa (in via Firenze, ndr) abbiamo posta privata e asilo, la zona è invivibile. La nostra è una lotta contro i mulini a vento. Posso in parte giustificare chi va alla posta o a prendere i bambini a scuola, ma una persona che presumibilmente lavora per la Regione dovrebbe dare l’esempio. Il cartellino esposto sul cruscotto mi fa pensare a un escamotage per evitare di farsi fare il verbale». Ma non è bastato per evitare il messaggio lasciato tra i tergicristalli: «L’inciviltà non è una disabilità, posteggia altrove».
La lotta quotidiana per far valere i diritti dei disabili, ovviamente, non si limita al posto riservato sotto casa. La vita di Francesco Catara, praticante avvocato, è piena di ostacoli: «Tempo fa mio fratello è rimasto bloccato per tre ore al tribunale di Catania (nella sede di via Crispi, ndr). L’ascensore non era funzionante a causa di una interruzione dell’energia elettrica e, inoltre, il palazzo non è dotato di uscite di emergenza ad hoc. Sono stati i Carabinieri a farlo uscire di peso». Dalla disavventura in questione è nato anche l’hashtag #iostoconcicciocatara: «È una indecenza – ribadisce il fratello -, se un locale privato mancasse di questi requisiti verrebbe immediatamente chiuso».
La sua personale Odissea è ricca di altri capitoli: nel febbraio dello scorso anno, ad esempio, il posto disabili nei pressi del tribunale era occupato da una macchina con il tagliando scaduto dal novembre del 2014. Fatti resi ancor più gravi dal fatto che avvengono in un luogo deputato a far rispettare la legge e a tutelare i diritti dei cittadini: «Non ho visto negli anni grandi miglioramenti a Catania – ribadisce Attilio Catara – purtroppo siamo ignoranti e incivili. Nonostante tutto, però, non voglio dare troppa colpa ai vigili: in città ci sono moltissime infrazioni e loro sono sotto dimensionati per poter intervenire tempestivamente». La strada da compiere è ancora lunga, come si evince da un ultimo esempio: «Anni fa ignoti hanno messo un cartello sotto casa nostra, in cui si affermava “È inutile che vi lamentate del parcheggio, perché non mi date la vostra pensione?”. Un assegno di invalidità – conclude con amarezza – non può certo valere una vita da immobilizzato».