Tavola rotonda ieri mattina al Taormina Film Fest in occasione dellincontro sul fiorente panorama cinematografico iberico, in cui sembra concreta la possibilità di realizzare film in cui, per la prima volta, si invertono i ruoli e le donne sono sempre più protagoniste - "Caro Bob, qui la mafia non è un film"
Cinema spagnolo, tra emancipazione e creatività
«Il problema del cinema spagnolo è che in Europa i film non viaggiano e la responsabilità non può essere attribuita esclusivamente al dominio cinematografico nord americano. E la realtà è che i principali responsabili siamo noi». È questo il pensiero di Álvaro Pastor, regista spagnolo che ha preso parte alla tavola rotonda di ieri mattina, durante la seconda Master Class che si è svolta al Palazzo dei congressi, in occasione della 56^ edizione del Taormina Film Fest. All’incontro, insieme a Pastor, hanno partecipato la regista Isabel Coixet, l’attrice Lola Dueñas, la produttrice Fernanda Del Nido e l’attore Jorge Coira. Una tavola rotonda tutta spagnola per omaggiare il Paese ospite d’onore della manifestazione.
Ciò che si è cercato di chiarire durante l’incontro-omaggio alla Spagna è che il cinema iberico, nonostante sia attraversato in questi ultimi anni da una vera e propria ondata di creatività, non è molto conosciuto all’estero, e le pellicole distribuite nelle sale europee non sono certamente numerosissime. Secondo Jorge Coira «Il fenomeno non riguarda solo la Spagna, ma è l’intera Europa a condividere questo problema, soprattutto a causa della frammentazione culturale che affligge il continente. La situazione è aggravata dalle differenze linguistiche tra una nazione e l’altra, che rendono difficile la circolazione delle pellicole straniere, considerate dai distributori investimenti eccessivamente rischiosi».
Come se questo non bastasse a rendere tutto più complicato, ci pensa la crisi che attanaglia anche l’economia iberica e, si sa, i primi tagli riguardano sempre la cultura. Così il cinema spagnolo, già indebolito dall’invasione subita da parte delle produzioni statunitensi, sotto questo punto di vista non vive un buon momento, ma – come dichiara Pastor – «in Spagna si realizzano ottimi film, nonostante i governi».
Tra le soluzioni proposte per cercare di aumentare la visibilità del cinema ispanico c’è quella della produttrice latino americana Fernanda Del Nido, la quale sostiene che «nonostante i governi pensino sia una battaglia persa in partenza, un maggiore protezionismo cinematografico potrebbe essere una soluzione valida al monopolio imposto dalla cultura anglo-americana. Anche i fondi derivati da denaro privato possono rappresentare un incentivo per le produzioni indipendenti. La possibilità di reperire finanziamenti privati è fondamentale per tutelare un diritto a cui non possiamo assolutamente rinunciare, e che è il diritto alla diversità».
Un aspetto particolarmente interessante è quello evidenziato dall’attrice Lola Dueñas. «Nonostante in Spagna ci siano numerosi attori dotati di grande talento – ha affermato ironicamente – sono le talentuose attrici a risultare più numerose». Mentre Isabel Coixet aggiunge che «di registe nel cinema iberico ce ne sono molte, ed è importante che in politica siano numerose le ministre e non le veline. Occorre ricordare come si avverta oggi la necessità di invertire i ruoli: gli uomini hanno comandato per più di duemila anni e, anche se non è detto che saremo capaci di fare di meglio, dovremmo almeno provarci». Purtroppo però Fernanda Del Nido, che possiede una casa di produzione composta esclusivamente da donne, non può non ricordarci che, nonostante la presenza femminile nel mercato cinematografico stia aumentando sensibilmente, nella maggioranza dei casi sono ancora gli uomini a prendere le decisioni più importanti.
Si è discusso anche di cinema italiano, che ultimamente pare essere poco presente nelle sale della Penisola Iberica. Tra le pellicole arrivate in Spagna negli ultimi anni quelle di Nanni Moretti e Giuseppe Tornatore. Grande successo ha ottenuto Gomorra di Matteo Garrone, ma anche i film di Federico Moccia. Perché, anche nel panorama ispanico, il cinema d’autore va a braccetto con quello di genere e, come spiega senza mezzi termini la Coixet, «le cose brutte convivono con le belle e il cinema spazzatura si è sempre realizzato ovunque. Abbiamo la fortuna di vivere in un’epoca in cui l’arte di qualità è a la portata di tutti grazie ad un semplice click. Quindi – conclude – guardiamo buon cinema».