I locali destinati alla preparazione degli alimenti sarebbero stati trovati in «cattive condizioni igienico-sanitarie». Anche la toilette per i clienti. Impianto elettrico «non a norma, con "fili volanti"». Il titolare, indagato per frode in commercio, replica in una nota: «Asp ha revocato sospensione»
Porto, raffica di sanzioni al lounge bar Filenz La questura sospende le attività della cucina
Le attività della cucina e del deposito sospese, sanzioni pecuniarie per migliaia di euro e il titolare indagato in stato di libertà per frode in commercio e per reati connessi alla sicurezza sui luoghi di lavoro. È piuttosto pesante il bilancio delle verifiche effettuate nel lounge bar del porto di Catania Filenz, l’Isola di Land dagli agenti di Borgo-Ognina, polizia di frontiera e Asp. Le irregolarità contestate sono numerose. I locali destinati alla preparazione degli alimenti e al deposito di bottiglie sarebbero stati trovati in «cattive condizioni igienico-sanitarie». La toilette riservata al pubblico viene descritta dalle forze dell’ordine come uno spazio in «totale stato di abbandono, con rifiuti accatastati all’interno».
Venivano inoltre conservati cibo e bevande in una stanza «priva dei requisiti minimi per tale finalità». Il deposito non era dotato di Scia (segnalazione certificata di inizio attività) sul piano sanitario. Tutte circostanze che hanno portato al provvedimento di sospensione di tutte le attività della cucina e, per l’appunto, di deposito.
Ma c’è di più. La nota della questura aggiunge che l’impianto elettrico si presentava «con fili “volanti” e, quindi, non a norma», che alcuni estintori risultavano scaduti e che nel locale non sarebbero presenti spogliatoi per i dipendenti. E ancora, nel congelatore sarebbero stati «rinvenuti alimenti surgelati non indicati nel menù come tali». Infine, la polizia ha ascoltato i 13 dipendenti presenti: quattro di loro non avrebbero alcun contratto di lavoro subordinato. Su questo punto sono stati demandati ulteriori approfondimenti all’ufficio provinciale del lavoro.
Meridionews aveva inizialmente contattato il gestore del Filenz. «Per il momento – dichiarava al telefono – non faremo nessuna replica». In seguito è giunta la precisazione di Alessandro Scardilli, amministratore unico e legale rappresentante della società 74 srl. «Con riferimento ai locali cucina si precisa che nessuna contestazione è stata mossa dalle autorità intervenute, né in ordine alle condizioni igienico-sanitarie, né in relazione alla corretta conservazione degli alimenti – si legge nella nota – A riprova di quanto si sostiene, a poche ore dal controllo, l’Asp di Catania emetteva provvedimento di revoca del precedente provvedimento di sospensione dell’attività, con immediata ripresa della stessa.
«In relazione ai servizi igienici – prosegue la nota – si precisa ancora che nessuna contestazione è stata mossa in ordine alle condizioni di quelli utilizzati dall’utenza del locale Filenz. Viceversa, le contestazioni mosse sono riferite ad altri servizi igienici, chiusi al pubblico nella stagione estiva, e attualmente in fase di ristrutturazione. Con riferimento alle presunte irregolarità in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, le contestazioni hanno avuto ad oggetto unicamente la scadenza di due estintori su dodici, nonostante peraltro la normativa di settore e il piano di sicurezza ne imponesse soltanto tre».
«Con riferimento alla contestata frode in commercio per il rinvenimento di alimenti surgelati non indicati come tali nel menù, si precisa che gli stessi, seppur perfettamente conservati e tracciabili, non erano affatto inseriti nel menù del locale in quanto non destinati alla vendita – aggiunge Scardilli – il locale ha al proprio servizio 41 dipendenti e ha recentemente ricevuto diversi encomi da parte dalle autorità per la riqualificazione dell’area portuale e per l’attività sin qui svolta». La nota di Scardilli si conclude facendo sapere che «l’attività di ristorazione continuerà come sempre a essere aperta al pubblico».
Un secondo controllo delle autorità ha coinvolto un autolavaggio del centro storico. Al termine la struttura, comprese le attrezzature, è stata sequestrata. Il titolare, colpito da elevate sanzioni economiche, è ora indagato per il reato ambientale di scarico illegale delle acque sporche. Oltre a questo, le forze dell’ordine avrebbero riscontrato la presenza di due lavoratori in nero, uno dei quali straniero.