Maxiconfisca a eredi di Salvatore Buttitta Sigilli a beni per oltre 300 milioni di euro

Beni per un valore complessivo che si aggira attorno ai 300 milioni di euro. È impressionante l’esito della maxiconfisca messa in atto dai carabinieri di Monreale ai danni degli eredi di Salvatore Buttitta, quello che un tempo per tutti era il re delle cave di Bagheria. Buttitta, morto nel 2008, era finito sotto la lente degli investigatori dopo la cattura di Salvatore Rinella, capo del mandamento di Trabia, avvenuta nel 2003, con strascichi che si sono prolungati fino al 2006, quando è stato inflitto un duro colpo alla mafia trabiese.

 Secondo i collaboratori di giustizia Angelo Siino, Giacomo Greco e Antonino Giuffrè, l’imprenditore Salvatore Buttitta, benché non formalmente affiliato a Cosa nostra, sarebbe stato personaggio legato a Bernardo Provenzano. Sulla scorta delle indagini patrimoniali svolte dai carabinieri del gruppo di Monreale, che, tra il 2007 e il 2013 hanno individuato e sottoposto a sequestro gran parte del patrimonio del ‘re delle cave’, si è giunti adesso alla confisca di un ingente patrimonio mobiliare ed immobiliare. 

Sigilli sono stati posti a 2.300 particelle catastali riferite a unità immobiliari site nei comuni di Altavilla Milicia, Altofonte, Bagheria, Belmonte Mezzagno, Bolognetta, Caccamo, Casteldaccia, Santa Cristina Gela, Santa Flavia, Termini Imerese, Trabia, Palermo e Polizzi Generosa. A nove società attive nei settori, dell’agricoltura, edile, del trasporto; a 81 automezzi, mezzi d’opera e di cantiere; a 29 conti correnti; a otto libretti di deposito al risparmio; a due cassette di sicurezza; due rapporto titoli e a due polizze assicurative. 

Il sequestro di parte dei beni effettuato nel novembre del 2008, subito dopo la morte di Buttitta, ricordano i carabinieri, fu il primo caso, in ambito nazionale, di applicazione della normativa prevista dal cosiddetto Pacchetto sicurezza che prevedeva la proponibilità del sequestro e della confisca anche nei confronti degli eredi.


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