Non c'entravano le contestazioni nei confronti del vertice mondiale di Taormina, bensì alcuni contrasti con la dirigenza dell'ospedale di piazza Santa Maria di Gesù. Sarebbe questo il motivo che avrebbe spinto C. A. a tagliare la tensostruttura per il biocontenimento. È stata individuata attraverso il sistema di videosorveglianza
Garibaldi, infermiera accusata di danneggiamento Tenda della Croce rossa squarciata prima del G7
Non c’entravano le contestazioni contro il G7, bensì degli attriti con i dirigenti dell’ospedale. Quando, la sera del 24 maggio 2017, la tenda di biocontenimento della Croce rossa italiana – ospitata all’interno del Garibaldi centro – era stata squarciata di netto in molti avevano pensato che si trattasse di un gesto degli oppositori al vertice che di lì a qualche giorno (il 26 e il 27 maggio) si sarebbe tenuto a Taormina. Invece a tagliarla sarebbe stata una infermiera professionale, C. A., che avrebbe avuto contrasti con il management del nosocomio.
All’ospedale Garibaldi di piazza Santa Maria di Gesù era stata installata l’unica struttura isolana di quel tipo per il trattamento di eventuali urgenze batteriologiche. Gravemente danneggiata intorno alle 21 del 24 maggio all’interno del cortile della struttura sanitaria. Da subito i dirigenti dell’ospedale avevano dichiarato di avere affidato le immagini registrate dal capillare sistema di videosorveglianza agli investigatori. «Le prime indagini hanno consentito di acclarare fin da subito che il fatto non era in alcun modo riconducibile alle contestazioni nei confronti dell’imminente incontro tra i leader mondiali», si legge in una nota della questura.
Dall’analisi dei video, però, gli agenti della Digos sarebbero riusciti a isolare la persona che avrebbe commesso il danneggiamento, individuandola tra le tante che sarebbero passate accanto al tendone. La donna identificata, C. A., è accusata di danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio. L’infermiera, inoltre, sarebbe risultata titolare di una licenza per il tiro al volo con una pistola calibro 7.65. L’arma e l’autorizzazione a detenerla le sono stati ritirati in via cautelare.