L'uomo era finito in carcere ad aprile, quando aveva trascinato in strada, per i capelli, la donna. Dai domiciliari però avrebbe continuato a perseguitarla attraverso la nota applicazione per lo scambio di messaggi. «Ti costa tanto chiedere scusa invece ci godi sulle disgrazie altrui», scriveva
Minacciava di morte l’ex tramite Whatsapp «Aspettati di tutto» e l’emoticon di una bara
È l’ennesima storia di violenza quella che hanno scoperto i carabinieri della tenenza di Misterbianco. Un pizzaiolo 23enne del posto è stato arrestato per avere minacciato la sua ex ragazza di morte attraverso l’applicazione Whatsapp. Una vicenda iniziata all’inizio del 2017, quando l’ormai ex fidanzata aveva deciso di lasciare il 23enne. Da quel momento in poi per la giovane donna è iniziato un calvario.
L’ex la seguiva e la spiava tramite appostamenti fino allo scorso 21 aprile, quando è stato fermato dai carabinieri di Mascalucia perché aveva pedinato, bloccato e trascinato per i capelli in strada la vittima. In quell’occasione i militari gli trovarono in auto, sequestrandolo, un grosso martello con il quale il persecutore avrebbe potuto colpire a morte la ragazza. L’aggressore, subito dopo, è stato rinchiuso nel carcere di piazza Lanza e successivamente è finito in custodia agli arresti domiciliari con il divieto assoluto di potere comunicare o avere contatti con la sua ex.
Così, però, non è stato. La situazione nei giorni scorsi si è aggravata fino all’ennesimo atto di persecuzione del ragazzo che avrebbe minacciato di morte la vittima tramite messaggi Whatsapp: «Goditi la vita…quando sei in vita…». «Ti costa tanto chiedere scusa invece ci godi sulle disgrazie altrui, aspettati di tutto», seguiti da emoticon sorridenti e un’immagine raffigurante una bara. La denuncia della vittima e la raccolta da parte degli investigatori dell’Arma di ulteriori prove, grazie anche ai vari screenshot delle frasi minacciose inviate sulla nota piattaforma social, hanno prodotto una relazione investigativa che, recepita dal magistrato e successivamente dal giudice per le indagini preliminari del tribunale etneo, hanno consentito ai carabinieri di arrestare il 23enne e di rinchiuderlo nuovamente nel carcere di piazza Lanza.