Al centro della polemica, che ha come primo destinatario Enzo Napoli, c'è la vicenda delle amministrative. Nel Catanese si registrano tante spaccature, in particolare a Paternò. «In alcune città si arriva al paradosso di quattro candidati, sostenuti da altrettante fazioni», scrive in una missiva
Pd, Spataro si autosospende da direzione etnea «Grande disagio e organismo provinciale inutile»
Volano gli stracci in casa Partito democratico. A poco meno di venti giorni dalle amministrative, fissate per l’11 giugno, arriva l’autosospensione di Luca Spataro dalla direzione provinciale dem di Catania. Segretario personale del ministro alla Giustizia Andrea Orlando ed ex candidato a sindaco di Castiglione di Sicilia, Spataro ha preso la sua decisione mettendo nero su bianco le motivazioni. Contenute in una lettera che l’esponente Pd ha inviato ai massimi organi siciliani del partito. Dal segretario provinciale e suo successore Enzo Napoli, a quello regionale Fausto Raciti. «Provo un profondo disagio politico nei confronti di un partito che non convoca gli organismi dirigenti e si appresta al voto della amministrative senza alcuna riflessione politica preparatoria», dice.
Tra i punti che vengono analizzati da Spataro c’è proprio la questione delle comunali. Competizione elettorale dove, almeno in provincia di Catania, il Pd si presenta soltanto con due liste con il simbolo, Scordia e Aci Catena, su 20 Comuni chiamati alle urne. I casi più eclatanti, citati anche nella missiva, sono sicuramente quelli di Paternò, Misterbianco e Palagonia. Con un partito che lo stesso esponente definisce ridotto in «fazioni e tribù». «Non riesco a comprendere in quale sede sia maturata la scelta di non concedere il simbolo nel Comune di Paternò – scrive -, il perché in un altro importantissimo centro come Misterbianco il partito corra senza simbolo, stesso ragionamento vale per Palagonia. Non riesco, inoltre, a comprendere come si possa considerare un fatto normale che nella quasi totalità dei Comuni al voto dirigenti di rilievo del Pd sostengano candidati sindaci contrapposti. In alcune città si arriva al paradosso di quattro candidati, sostenuti da altrettante fazioni in alleanza con le più disparate forze dell’intero panorama politico. Non siamo di fronte a casi isolati, ma ormai a una patologia».
L’autosospensione dal partito etneo sembra aprire una profonda spaccatura con il segretario provinciale Napoli. Come emerge chiaramente in ogni passaggio delle lettera. «Conclusa la mia esperienza da segretario etneo ho provato a dare il mio contributo all’interno della direzione provinciale e non ricordo quante volte io sia stato convocato negli ultimi tre anni, un numero di occasioni di poco superiore ai papi che si sono succeduti nell’ultimo decennio», ironizza Spataro, che poi conclude: «La direzione è ormai un organismo inutile che il segretario provinciale del partito non ritiene di consultare neanche quando assume scelte molto gravi come non concedere il simbolo. Un organismo vissuto come un inutile orpello da un gruppo dirigente che ha deciso di non svolgere il proprio ruolo».
Parole alle quali replica, attraverso MeridioNews, proprio Enzo Napoli. Il segretario provinciale chiamato a tenere insieme in questi giorni un puzzle politico complesso in vista del responso delle urne. «Il partito vive una fase di profonda dialettica interna – conferma -. Laddove i circoli erano uniti si è scelto di presentare il simbolo mentre in altre realtà, come Paternò per esempio, si è preferito non metterlo di mezzo. Spataro – continua – conosce bene queste dinamiche e io posso dire di avere agito sempre nell’interesse del partito». Quali scenari si aprono adesso e cosa succederà alla direzione Pd? «Prendo atto della sua scelta ma è certo che lo inviteremo alla prossima convocazione per un confronto. La sua è comunque una decisione che mi dispiace perché di lui ho profonda stima».