Le transenne e il nastro di plastica bianco e rosso servono a indicare che da lì, per il momento, è meglio non passare. Perché al lavoro ci sono gli operai della Multiservizi, impegnati a riportare al suo splendore il simbolo del capoluogo etneo. Merito della visita dei consorti e delle consorti dei capi di Stato. Guarda le foto
Piazza Duomo, col G7 pulizia straordinaria al liotro «Non si faceva da tanto tempo, ora è una priorità»
Il liotro riportato al suo splendore. Miracoli del G7 di Taormina e dell’appuntamento collaterale che vedrà Catania in primo piano: la visita dei consorti e delle consorti dei capi di Stato nel capoluogo etneo. Così da questa mattina gli operai della Multiservizisono al lavoro sulla statua dell’Elefante, che per l’occasione è blindata: nastri di plastica bianchi e rossi e transenne tutte intorno per permettere l’intervento di pulizia straordinaria del simbolo della città. «Faremo il possibile per finire tutto entro oggi – dichiara a MeridioNews Giovanni Giacalone, da qualche mese presidente della partecipata comunale – È da un bel po’ che non si faceva un lavoro del genere, quindi bisogna impegnarsi». Il riferimento al vertice mondiale, però, Giacalone non vuole sentirlo: «Non diciamo che si sta facendo perché c’è il G7 – precisa – L’azienda lavora tutti i giorni, se non al massimo quasi». A dettare le priorità, però, non è la presidenza di Multiservizi. «Noi riceviamo gli ordini di servizio e agiamo di conseguenza – precisa il presidente – Certo, in questo momento le priorità sono cambiate».
Chi stabilisce quali sono le priorità sono gli uffici che si occupano dei vari settori di competenza della partecipata: l’Ecologia se si parla, per esempio, di scerbamento; le Manutenzioni nel caso di pulizie o piccoli interventi di ripristino; i Lavori pubblici qualora si tratti di interventi collegati a cantieri avviati in città. In questa circostanza, però, è difficile diradare le nebbie: gli assessori Rosario D’Agata, Salvo Di Salvo e Luigi Bosco – delle tre aree in questione – della pulizia del liotro non avevano idea. E così il dirigente del servizio Manutenzioni, l’ingegnere Fabio Finocchiaro, che si occupa di preparare gli ordini di servizio. Qualcuno paventa l’ipotesi che la lista degli interventi da effettuare pre-G7 sia arrivata direttamente dalla segreteria del sindaco Enzo Bianco. Un fatto normale se si considera la portata dell’evento in questione.
«Non è che lavoriamo solo per il G7», commenta Giacalone. Alla domanda se, quindi, la pulizia straordinaria dell’elefante non abbia alcun collegamento con la presenza di first lady e first husband sul territorio cittadino replica: «Non mi faccia questa domanda, non mi faccia essere disonesto – risponde – È chiaro che adesso si fanno certe cose prima di altre, ma questo non significa che non fossero interventi programmati da tempo». I lavoratori dell’azienda in questo momento sono impegnati nel rifacimento della segnaletica stradale orizzontale di fronte all’aeroporto e di quella in via San Giuseppe La Rena, a cui va aggiunta la pulizia straordinaria di Palazzo degli elefanti, e una particolare cura da destinare al Lungomare e alla zona di piazza Europa.
Nonostante la visita di compagni e compagne dei leader del mondo si svolga all’ex Monastero dei Benedettini, per Giacalone lì – come nella zona del Castello Ursino – non c’è bisogno di nulla: «Piazza Dante e l’area di piazza Federico di Svevia non necessitano di interventi straordinari – assicura – Lì c’è da sempre un grande interesse da parte del sindaco, per cui le pulizie e l’ordine non mancano mai. Sono posti frequentati quotidianamente da scolaresche e turisti, ci teniamo in modo particolare». I lavori all’interno della sede del dipartimento di Scienze umanistiche, invece, spettano all’università di Catania. «Noi non stiamo lavorando solo sul centro cittadino – specifica Giacalone – abbiamo fatto di recente anche le aiuole di San Giorgio e Librino, siamo stati al villaggio Dusmet. Ci stiamo occupando, assieme ai dipendenti del Comune di Catania, della rimozione della cartellonistica pubblicitaria abusiva. Insomma, di cose da fare ne abbiamo».