La polizia di Augusta ha scoperto un sistema illecito grazie al quale circa 500 sudamericani avrebbero ottenuto la cittadinanza italiana. Il gruppo sarebbe stato composto da tre persone, tra cui una donna brasiliana, che offriva tutti i servizi, grazie alla presunta connivenza di alcuni impiegati. Guarda il video
Siracusa, brasiliani diventavano italiani con 3.500 euro Online le offerte, grazie pure a dipendenti comunali
Un sito che offriva
un pacchetto completo da 3.500 euro per ottenere la cittadinanza italiana in tempi rapidissimi grazie, è questa l’accusa della Procura di Siracusa, alla corruzione di alcuni dipendenti comunali del capoluogo aretuseo, di Augusta e Floridia. In questo modo circa 500 cittadini brasiliani sarebbero diventati italiani senza avere i requisiti. È quanto ha scoperto la polizia di Augusta che oggi ha portato a termine l’operazione Siracusao Meravigliao, eseguendo sette misure cautelari.
In carcere è finito il 43enne
Cleber Zanatta, ritenuto il capo del gruppo che avrebbe ottenuto ricavi per milioni di euro. Ai domiciliari la moglie Sabrina Dos Santos, 32 anni, e il fratello Diego Zanatta, 29 anni. I tre sono accusati di corruzione, autoriciclaggio e favoreggiamento alla permanenza illegale nel territorio dello stato di cittadini stranieri. Ai domiciliari anche due dipendenti comunali di Floridia – Antonio Mameli, impiegato dell’ufficio Servizi demografici e Angelo Zappulla, responsabile dell’ufficio Stato civile – e uno del Comune di Floridia, Carmelo Lo Giudice, impiegato dell’ufficio Stato civile. Una settima persona – L.R. impiegato al comune di Siracusa – è stato interdetto dai pubblici uffici.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore
Tommaso Pagano e partite ad aprile del 2016, hanno posto l’attenzione su un notevole e anomalo afflusso di cittadini brasiliani, riscontrato già dalla fine dell’anno precedente. Gli extracomunitari sono entrati in Italia con visti per soggiorni brevi, come previsto dalla legge, raggiungendo alcuni Comuni della provincia di Siracusa, in particolare Floridia e Augusta. Qui hanno ottenuto in breve tempo il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis, cioè grazie a un parente o un antenato italiano. Con il documento in tasca, molti hanno poi ottenuto il passaporto per raggiungere altri Paesi europei, potendo usufruire dello status di cittadini comunitari.
A gestire tutto l’iter burocratico sarebbe stato Cleber Zanatta, titolare dell’omonima
agenzia disbrigo pratiche con sede a Siracusa, nonché di un sito Cleberzanatta.com.br, che proponeva pacchetti comprendenti il viaggio, il transfer dall’aeroporto di Catania Fontanarossa in abitazioni messe a disposizione in vari paesi del Siracusano, elemento necessario per individuare la competenza del Comune di residenza al rilascio della cittadinanza italiana. E ancora Cleber pensava all’assistenza nell’iter procedurale, assicurandone l’esito positivo in soli tre mesi. Per un costo totale pro capite di 3.500 euro.
La polizia ha quindi concentrato le attenzioni sulle pratiche per cui apparivano anomali i tempi di definizione molto brevi. Infatti
il Comune interessato dovrebbe compiere in questi casi una complessa attività amministrativa: verificare la genuinità della documentazione presentata, effettuare diversi controlli nel Paese di origine (come la discendenza diretta da un avo italiano, l’assenza di interruzione nella trasmissione della cittadinanza, la non naturalizzazione straniera dell’avo e l’assenza di dichiarazioni di rinuncia alla cittadinanza italiana dei discendenti). Dalle indagini è emerso invece che Cleber Zanatta, con la complicità della moglie Dos Santos e del fratello Diego, sarebbe riuscito a evitare le verifiche grazie alla connivenza di impiegati comunali appositamente corrotti.
I tre avrebbero
reinvestito i profitti per diversi milioni di euro in Brasile, in attività economiche ed imprenditoriali, fra cui l’acquisto di terreni per la realizzazione e gestione di un’azienda agricola. In particolare le somme di denaro sarebbero state trasferite in contanti nel Paese sudamericano da Dos Santos che avrebbe nascosto le banconote in occasione dei viaggi aerei verso il Paese d’origine.