Fa ancora discutere la posizione del primo cittadino castellese Filippo Drago nei confronti dell’accoglienza. «Le misure prese dal governo insieme all’Anci sono monocolore - spiega - e noi non siamo mai stati interpellati». L'esponente del movimento Noi con Salvini annuncia anche una conferenza stampa
Aci Castello, polemica sull’ipotesi migranti in città Cooperativa vuole ospitarli in locale adibito a b&b
«I timori espressi da qualche giorno stanno lentamente cominciando a diventare realtà», inizia così il comunicato stilato oggi dal sindaco di Aci Castello Filippo Drago, che si è messo di traverso davanti l’ipotesi di ospitare i migranti nella sua città. Il primo cittadino, che ha aderito al movimento Noi con Salvini, è deciso ad andare avanti contro la decisione di una cooperativa di Acireale che ha presentato una proposta per accogliere 20 minori non accompagnati in una struttura della città marinara. L’immobile che dovrebbe ospitare i richiedenti asilo, almeno inizialmente, era stata messo in affitto per delle finalità alberghiere: dovendo essere adibito a casa vacanze o B&b. Ma il proprietario sembra avere cambiato idea orientandosi verso l’ospitalità: «Non conosco i proprietari, non ci ho nemmeno parlato – precisa Drago a MeridioNews – ma giustamente se ci va qualcuno a promettergli 35 euro al giorno per ogni minore migrante è normale che accettano».
Il sindaco aveva già fatto discutere quando, nel mese scorso, si era opposto alle misure del governo sottoscritte insieme all’Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani). I due organi hanno stipulato delle intese per la ripartizione dei migranti in tutte le città della penisolaa, promuovendo anche aiuti economici per i «Comuni virtuosi», grazie ai trenta euro giornalieri spettanti per ogni richiedente asilo. «Bonus» che in minima parte è destinato al migrante, con la fetta più grossa per le associazioni che si occupano dell’accoglienza e agli enti che gestiscono le strutture.
Le direttive in questione stabiliscono che ogni Comune, metropoli escluse, debba accogliere 2,5 profughi ogni mille abitanti; tutto in accordo con lo Sprar. Stando a queste indicazioni Aci Castello potrebbe ospitare ottanta richiedenti asilo. Ma Drago non ci sta. E proprio ad aprile aveva fatto sentire il suo disappunto, opponendosi fermamente a questa misura. Salvo poi rivedere la sua posizione davanti alla prefetta Silvana Riccio. Un passo indietro che all’epoca ha meravigliato gli attivisti del Movimento cinque stelle locale, che con un comunicato hanno definito le mosse politiche del primo cittadino «giravolte olimpioniche volte ad alimentare uno scenario apocalittico».
Adesso Drago rincara la dose: «Io non ho mai cambiato idea sui migranti, le mie parole al prefetto erano ironiche – afferma -, avevo detto che se c’erano tanti castellesi disposti a ospitarli ero pronto a portarli a casa loro gratuitamente». Le manovre del governo, secondo lo stesso Drago, sono figlie di accordi dallo stesso colore politico «noncuranti delle comunità come la nostra». «L’Anci e il Pd sono legati da motivi politici e non hanno tenuto conto dei Comuni. Noi, per esempio, non siamo stati interpellati da nessuno».
Il primo cittadino poi si dice deciso a intraprendere tutte le strade possibili affinché i profughi non arrivino: «Aiutiamoli a casa loro, perché con i cinquecento euro all’anno messi a disposizione per ogni migrante non intendiamo speculare». Drago respinge anche ogni possibile accusa di razzismo e precisa: «Farò il nome della cooperativa che collaborerà con la struttura solo nella conferenza stampa che organizzerò nei prossimi giorni – conclude -, nel frattempo stiamo verificando se ci sono delle irregolarità portate avanti dalla stessa».