Sarebbe accaduto negli scorsi giorni. A denunciarlo l'organizzazione tedesca, Sea Watch, che ha pubblicato le riprese. All'origine ci sarebbe una disputa sul punto in cui si trovasse il barcone. Di recente Italia e Libia hanno firmato un accordo per incoraggiare gli interventi della guardia costiera nordafricana
Migranti, motovedetta libica punta nave di Ong «Abbiamo temuto affondassero la nostra barca»
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Puntava dritto verso di noi ad alta velocità». A parlare è Ruben Lampart, capitano della nave utilizzata dalla Ong tedesca Sea Watch nelle attività di soccorso nel Mediterraneo. L’organizzazione non governativa ha diffuso un video in cui si vede una motovedetta della guardia costiera libica passare ad alta velocità a pochi metri dalla prua della propria imbarcazione. L’episodio sarebbe avvenuto questa settimana, mentre Sea Watch si apprestava a dare aiuto a un barcone con centinaia di migranti a bordo.
I libici sarebbero intervenuti dopo che la Ong aveva ricevuto l’
autorizzazione da parte della centrale operativa della guardia costiera di Roma. «Stavamo parlando con loro (i migranti, ndr) per avere dettagli sulle condizioni quando abbiamo ricevuto un allarme dalla nostra nave che ci diceva che la guardia costiera libica ci stava affiancando. Abbiamo visto la barca che passava davanti alla Sea Watch e puntava dritto verso di noi ad alta velocità».
Secondo la testata tedesca
Der Standard, all’origine dell’accaduto ci sarebbe stata una disputa relativa al punto in cui il barcone si trovava. Per Sea Watch, l’intervento sarebbe avvenuto a circa 20 miglia dalle coste libiche, quindi in acque internazionali, mentre per le autorità del Paese nordafricano la nave dell’organizzazione umanitaria avrebbe travalicato il confine con le acque territoriali libiche.
L’operatività della guardia costiera libica è stata al centro degli
accordi firmati di recente tra Italia e Libia, che prevedono un maggiore impegno delle autorità nordafricane grazie anche al sostegno dell’Ue. In tal senso, ieri, l’Ansa ha diffuso la notizia di un intervento dei libici, che hanno in dotazione alcuni mezzi dati dall’Italia, servito a riportare nel porto di Tripoli un barcone diretto verso l’Italia. L’operazione avrebbe visto in questo caso la collaborazione tra le due guardie costiere. Scenario diverso da quello denunciato da Sea Watch: «Ho pensato a tutti gli scenari possibili. Mi sono detto: ora affondano la nostra barca», ha detto Lampart.