A fine estate del 2015, l'eurodeputato del Movimento 5 stelle visitò la nave Phoenix, esaltandone l'impegno dei coniugi Liotta-Catrambone. Oggi l'organizzazione maltese è tra quelle su cui convergerebbero maggiormente i sospetti della procura di Catania. «Interessi elettorali? Nessuno», assicura il pentastellato
Trafficanti e Ong, quando il M5s difendeva Moas Corrao: «Cambiato idea? No, ma serve chiarezza»
«La storia che vi sto per raccontare è una storia veramente eccezionale che ho potuto toccare con mano». Era settembre 2015 e l’eurodeputato del Movimento 5 stelle, Ignazio Corrao, introduceva così il resoconto della visita fatta su Phoenix, la nave di Moas. L’Ong maltese è tra quelle maggiormente al centro dell’attenzione, dopo le dichiarazioni del capo della procura di Catania, Carmelo Zuccaro, che ha parlato di elementi che dimostrerebbero contatti diretti tra alcune delle organizzazioni non governative che soccorrono i migranti nel Mediterraneo e i trafficanti libici. .
Le accuse al momento non potrebbero essere utilizzate processualmente, ma sono bastate per ravvivare nel Paese il dibattito sulla gestione dei flussi migratori e, soprattutto, sul sistema dell’accoglienza che vede l’Italia tra le nazioni più coinvolte. Tra chi sta dando sostegno alle posizioni di Zuccaro c’è proprio il movimento di Beppe Grillo che ha anche criticato la scelta del Consiglio superiore della magistratura di esaminare il caso. Difesa condivisa anche dallo stesso Corrao, che non teme di cadere in contraddizione. «Se mi sono ricreduto sulle Ong? Assolutamente no – dichiara l’eurodeputato a MeridioNews -. Rimango un amico delle Ong, ma non per questo penso che sia sbagliato pretendere chiarezza».
Eppure due anni fa, di dubbi, sembrava non averne. Parlando dei coniugi Liotta-Catrambone, i fondatori di Moas, Corrao scriveva: «Hanno deciso di trasferirsi a Malta (anche se stanno spesso a bordo) e impiegare le proprie risorse private per salvare le vite dei migranti nel mar Mediterraneo. Avete capito bene, usano soldi privati per salvare vite umane». Per poi sottolineare che, dopo che i fondi dei Catrambone erano quasi esauriti, la missione aveva rischiato di terminare. Epilogo evitato «grazie all’ingresso di nuovi soci e donazioni». Gli stessi finanziamenti che sono oggi nel mirino della procura di Catania e di quanti non escludono che le Ong in qualche modo possano avere un ritorno dal recupero dei migranti in mare. «All’epoca ci hanno detto che ricevevano donazioni private, ci hanno raccontato la loro storia e sembrava tutto chiaro – commenta oggi Corrao -. Però bisognerebbe approfondire e vedere realmente chi finanzia queste operazioni».
Da parte del pentastellato, poi, un riferimento alle modalità con cui vengono gestiti gli sbarchi: «C’è chi dice che possa esserci l’interesse a dirottarli verso l’Italia, in quanto spesso e volentieri non considerano Malta come il primo porto sicuro». Corrao, inoltre, dichiara di non essere certo che, come finora detto da più parti, Ong comprese, tutte le operazioni vengano gestite dalla centrale operativa di Roma della guardia costiera. «Secondo questa teoria è la guardia costiera che dice di portare le navi in Italia. Mi sembra strano».
Su una cosa, invece, l’eurodeputato non ha esitazioni: da parte del Movimento 5 stelle non ci sarebbero interessi legati all’avvicinarsi della campagna elettorale, prima in Sicilia e poi per le politiche, nella consapevolezza che quello dei migranti è un tema particolarmente sentito da larga parte della popolazione. A parlare di strumentalizzazione, questa mattina, è stato anche presidente del senato Pietro Grasso. «Nessun calcolo elettorale – replica Corrao – È vero, ci sono punti interrogativi che vanno verificati, ma la politica ha il dovere di chiedere chiarezza. Se le Ong hanno lavorato bene tanto meglio, ma se c’è qualche pecora nera va individuata e punita». Un’ultima battuta sulla scelta di Zuccaro di superare la propria proverbiale riservatezza per lanciare un monito alle istituzioni: «Probabilmente ha deciso di fare così per chiedere gli strumenti legislativi che gli consentano di usare processualmente gli elementi che ha recuperato», conclude il pentastellato.