I magistrati hanno notificato l'avviso di chiusura delle indagini ad altre undici persone. Tra le quali Alida Maria Lauria, compagna di Giuseppe Di Giovanni, che avrebbe beneficiato delle intimidazioni dell'uomo. A febbraio erano stati sei gli arrestati, tra i quali il boss Ignazio Melodia
Mafia, chiuse indagini sul mandamento di Alcamo Coinvolta anche candidata al consiglio comunale
Concluse le indagini a carico di altre undici persone coinvolte nell’operazione antimafia Freezer, messa a segno lo scorso mese di febbraio dagli agenti del commissariato di Alcamo e coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo. Oltre ai sei arrestati nel corso del blitz, ovvero Ignazio Melodia, detto u dutturi, Salvatore Giacalone, detto u prufissuri, Antonino Stella, Filippo Cracchiolo, Vito Turriciano e Giuseppe Di Giovanni, gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari sono stati notificati anche ad Alida Maria Lauria, Leonardo Palmeri, Leonardo Zanca, Roberto Lo Meo e Diego Rugeri. Tutti sono chiamati a rispondere a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione e favoreggiamento.
L’inchiesta, secondo gli inquirenti, è una fotografia chiarissima della nuova e allo stesso tempo vecchia mafia siciliana. I fedelissimi di Matteo Messina Denaro, convinti di sfuggire alle intercettazioni, si riunivano all’interno della cella frigorifera di un fruttivendolo. Gli inquirenti indicano come capo mandamento di Alcamo Melodia, ex medico dell’ufficio d’igiene della cittadina trapanese, rimasto in carcere dal 2002 al 2012, con i pentiti che dicono che fu Matteo Messina Denaro in persona a tenerlo a battesimo per la punciuta.
Nell’ambito delle indagini, la Dia di Trapani, coordinata dal tenente colonnello Rocco Lopane, ha svelato i retroscena di un’estorsione commessa dal boss. È stato un imprenditore a registrarlo di nascosto col telefonino mentre affermava: «Io mezza provincia di Trapani comando». Le intercettazioni hanno permesso di svelare l’interesse dei clan nel corso dell’ultima campagna elettorale. Tra gli indagati infatti spunta il nome di Giuseppe Di Giovanni, compagno del chirurgo Alida Maria Lauria, candidata lo scorso anno al consiglio comunale con la lista Insieme di può. Secondo gli investigatori l’uomo, armato di pistola, avrebbe minacciato alcuni elettori nel tentativo di racimolare voti a favore della compagna. La donna risulta indagata per favoreggiamento. Per l’accusa sarebbe stata conoscenza delle condotte del compagno. Lauria, tuttavia, ottenne 140 voti e non riuscì ad essere eletta.