La nuova esponente della giunta Crocetta ha incontrato ieri le associazioni coinvolte nell'assistenza ma anche i dirigenti che gestiscono un servizio che fino a oggi non ha reso al meglio. L'obiettivo dichiarato è quello dalla ripartizione delle competenze: «Bisogna stabilire chi deve fare cosa». Previsti altri incontri
Disabili, l’assessora Mangano inaugura la consulta «Settore disorganizzato, famiglie vogliono chiarezza»
«Bisogna ripartire individuando chi fa cosa». Lo ha ripetuto più volte Carmencita Mangano, neo-responsabile regionale alla Famiglia e alle politiche sociali, nel corso del primo incontro della consulta regionale per la disabilità. Mangano, ieri, ha voluto incontrare e confrontarsi coi soggetti coinvolti nell’assistenza ai disabili siciliani: dalle associazioni dei familiari fino agli enti locali. Partendo innanzitutto dai dati, illustrati dal dirigente del dipartimento alla Famiglia, Saverio Richiusa. Numeri che raccontano le difficoltà nella gestione di una platea non indifferente: sono in tutto 69.551 i disabili sul territorio regionale, dei quali il 6,8 per cento minori (4.718), mentre il 20,9 per cento è rappresentato invece dai 14.566 disabili in un’età compresa tra i 18 e i 64 anni. Ma restano gli over 65 lo zoccolo duro della disabilità, con oltre 50mila soggetti, pari al 72,3 per cento del totale. Di questi, i casi gravissimi sono 2.808, anche se sembra che sia in corso una ulteriore scrematura da parte delle Asp.
A confrontarsi sui numeri, ma soprattutto sulle modalità d’intervento, sono stati i dirigenti generali dei dipartimenti regionali della Famiglia e del Lavoro, il garante per la disabilità, il coordinamento H per i diritti delle persone con disabilità nella Regione, il Forum Terzo Settore, l’Anffas, i rappresentanti di Anci Sicilia e le Università di Palermo, Catania e Messina. All’ordine del giorno, la costituzione di un comitato tecnico, con finalità di analisi e di indirizzo, per la costituzione di un osservatorio regionale permanente e il nuovo piano triennale per le persone con disabilità.
«Penso a un soggetto allettato che ha una madre ignorante – ha ammesso la dirigente del dipartimento al Lavoro, Maria Antonietta Bullara, già a capo delle Politiche sociali -. È a loro che bisogna pensare. Non possiamo più immaginare che siano le famiglie a cercare di reperire informazioni, dobbiamo cambiare l’ordine dei fattori e partire da chi queste individuazioni le deve fare. E credo che sia la sanità. Manca – ha aggiunto – il rapporto diretto tra Asp e distretti sociosanitari, a fronte di quella che è invece una interlocuzione indispensabile».
Dello stesso avviso la nuova esponente della giunta Crocetta. «Partiamo da una esperienza di frammentazione e di disorganizzazione – ha ammesso Mangano, dopo avere ascoltato i diversi interventi – ma sono convinta che una buona progettazione, con l’apporto dei vari livelli di intervento, potrà fare emergere pure i dati del sommerso sulla disabilità e i bisogni reali, per capire i possibili servizi che possono essere erogati e chi li deve erogare, e a quale platea offrirli. A mio parere, fino ad oggi è mancata una rete utile; anche i dati che abbiamo in mano non consentono un quadro chiaro. Ma la vera sfida è mettere a sistema tutte le risorse»
Alle successive riunioni della Consulta saranno invitati a partecipare, per singole tematiche, esperti del settore delle politiche sociali di volta in volta individuati tra tutte le categorie di disabili presenti sul territorio regionale, ma anche esperti scientifici nonché rappresentanti dell’amministrazione regionale.