I carabinieri di Sant'Agata di Militello hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare a carico di Mauro Abbadessa e Daniele Galano. Sarebbero stati loro a gestire il Lady Hairon. Le donne risultavano socie ma in realtà vendevano il proprio corpo. Dall'indagine sono emerse violenze e privazioni della libertà
Capo d’Orlando, arresti per sfruttamento prostituzione Dietro l’associazione culturale c’era locale a luci rosse
L’hanno battezzata Lady Hairon, dal nome dell’associazione di Capo d’Orlando nata ufficialmente per organizzazione manifestazioni e incontri con lo scopo di «migliorare le comunicazioni sociali in modo libero e nell’assoluto rispetto della sensibilità altrui». Ma stando a quanto scoperto dai carabinieri si sarebbe trattato solo di una copertura perché i soci – Mauro Abbadessa, 34 anni, e Daniele Galano, 37 anni, entrambi arrestati – gestivano, di fatto, un vero e proprio locale notturno dove venivano consumati rapporti sessuali a pagamento tra le ragazze, reclutate dagli indagati, e i clienti.
Le prostitute risultavano socie dell’associazione e sarebbero state controllate in modo serrato dai proprietari del club, anche fuori degli orari di lavoro. Con limitazioni della libertà personale e violenze fisiche e psicologiche. Le donne avrebbero subito anche il sequestro dei documenti di riconoscimento per impedirne la fuga. Che l’associazione avesse finalità diverse a quelle previste era chiaro solo guardando le pubblicità presenti in rete. Sui social immagini dai contenuti espliciti, richiami sessuali ed erotici con fotografie di donne svestite in atteggiamenti decisamente provocanti. Sono così scattate le indagini che hanno portato all’arresto di due persone.
A condurre le indagini sono stati i carabinieri di Sant’Agata di Militello e Foggia che hanno eseguito le due ordinanze di custodia cautelare. Abbadessa è stato trasferito nel carcere di Gazzi a Messina, mentre per Galano sono stati disposti i domiciliari. Ricercato un terzo soggetto al momento ricercato. I tre avrebbero retribuito le donne con importi fissi giornalieri e, in base agli accordi raggiunti, con una percentuale sulle prestazioni extra, consistenti dal semplice intrattenimento del cliente con consumazione di bevande ai servizi sessuali richiesti, che i gestori concordavano con i clienti. I rapporti sessuali sarebbero stati consumati nei privè allestiti dentro al locale oppure all’esterno.
Per i clienti, non solo sesso a pagamento, ma anche droga. Perché come accertato dai carabinieri, gli arrestati sarebbero state nelle condizioni di procurare anche stupefacenti. Anche in questo caso pagati come extra.