A parlare del decesso di Angelo Partenza è il cognato. L'uomo racconta di non essere stato a conoscenza del bullismo di cui la vittima sarebbe stata oggetto da parte di alcuni minori. Trapelano, intanto, particolari sulle cure ricevute: «Codice bianco al triage, nonostante un occhio peggiore di quello di un pugile»
Modica, il 64enne picchiato e poi trovato morto «Medico gli disse di non starnutire per 15 giorni»
«Mio cognato era una persona riservata, non avrebbe mai ammesso di essere in balia di quei ragazzi». A due settimane dall’autopsia sul cadavere di Angelo Partenza – il 64enne trovato morto a Modica il 3 febbraio, dopo essere stato aggredito 15 giorni prima da due minorenni – a parlare è Vincenzo Di Martino, il cognato della vittima. L’uomo, sposato con la sorella di Partenza, è in attesa, come il resto dei familiari, dei risultati degli esami effettuati dal medico legale nominato dalla procura di Catania Giuseppe Iuvara e dalla perita di parte Sara Amalfi.
A essere indagati dalla procura di Catania per il reato di omicidio preterintenzionale sono due ragazzi di 15 e 16 anni. Secondo la ricostruzione fatta da Partenza ai carabinieri, il 19 gennaio i due lo avrebbero violentemente colpito nei pressi della piazzetta della chiesa di Santa Maria. Un’aggressione iniziata poco dopo un rimprovero dell’uomo che – così si legge nella denuncia fatta ai militari – da almeno «cinque anni» veniva infastidito dai giovani, al punto da essere costretto a cambiare le proprie abitudini.
Uno dei presunti bulli vive con i genitori a pochi metri dalla casa dove il 64enne abitava. Tuttavia, il cognato della vittima spiega di non essere stato a conoscenza delle molestie. «Angelo era una persona tranquilla, non era capace di reagire. A noi non aveva detto di essere stato preso di mira, ma questo significa poco perché conoscendolo non era tipo da confidare un disagio del genere – racconta l’uomo a MeridioNews -. Era disoccupato e faceva fatica a trovare un lavoro. In passato aveva fatto il fabbro e il saldatore, ma più di una volta era capitato che non lo pagassero. Viveva con un piccolo sussidio che eravamo riusciti a fargli avere e con il nostro aiuto».
Ciò su cui Di Martino non nutre dubbi è la violenza dell’aggressione che Partenza ha subito. «Non avevo mai visto un occhio così tumefatto, neanche fosse un pugile – prosegue -. Hanno continuato a colpirlo anche mentre era a terra, con la testa che sbatteva contro il selciato». Il pestaggio ha causato «la frattura della parete anteriore laterale, mediale e superiore del seno mascellare destro». A certificarlo sono stati i medici dell’ospedale Maggiore, dove l’uomo è andato accompagnato dalla sorella. «Purtroppo, secondo noi, anche al pronto soccorso non è stato trattato con l’attenzione che meritava – denuncia il cognato della vittima -. Al triage gli hanno assegnato un codice bianco, quello che viene dato ai pazienti non urgenti».
Partenza è stato accompagnato anche in una clinica privata di Ragusa, dove è stato visitato da un medico specialista. «Gli disse che non avrebbe dovuto starnutire per 15 giorni, per evitare rischi – racconta Di Martino -. Noi temiamo che possa essere accaduto qualcosa del genere, magari un’emorragia scaturita da un fatto apparentemente banale ma che nelle sue condizioni si è rivelato fatale». A dover stabilire se c’è una connessione tra le cause del decesso e quanto accaduto nel centro storico della cittadina barocca saranno i medici. I quali, come previsto dalla legge, si sono presi 90 giorni per depositare la propria relazione.