Dopo il dissequestro delledificio 2 della Cittadella Universitaria di Catania, parlano gli avvocati Carmen Scalisi (legale dellUniversità) e Santi Terranova (che rappresenta le famiglie di studenti e dipendenti di Farmacia ammalatisi o morti negli anni passati). Al momento non cè pericolo per la salute, ma resta da accertare quanto accaduto in precedenza
La Facoltà riapre, lindagine continua
A quasi un anno dal sequestro (che risale allo scorso 8 novembre) vengono tolti i sigilli dalla facoltà di Farmacia dell’Ateneo di Catania. Dopo il parziale dissequestro dello scorso 15 maggio, il Gip Antonio Fallone ha disposto la riapertura totale dell’edificio 2 della Cittadella. Il provvedimento riguarda i laboratori e le aule del seminterrato ad essi adiacenti, fino ad ora rimaste chiuse per permettere ai periti nominati dalla Procura di ultimare la lunga e alquanto complessa perizia. Già cinque mesi fa, a seguito dei risultati emersi dalle prime analisi ambientali, risultava non sussistere alcun pericolo per la salute. Piano terra, primo, secondo e terzo piano erano stati dichiarati agibili dopo una richiesta di dissequestro giunta dall’Università.
A termine dell’attività di rilievo e analisi sui luoghi iniziate lo scorso 12 febbraio, una nuova istanza di dissequestro era stata presentata dall’Università appena una settima fa, il 28 settembre. Dopo il parere contrario espresso inizialmente dai pubblici ministeri, arriva adesso la notizia della totale riapertura dell’edificio. “L’esito delle analisi eseguite sull’atmosfera dei locali consente di affermare che, allo stato attuale, non sussistono condizioni ambientali che possono ritenersi comportare rischio per il personale”; questa la risposta dei periti, nominati dal giudice per le indagini preliminari, citata nel decreto di dissequestro.
“Restano fermi gli obblighi amministrativi dell’Università che si impegna a mantenere le condizioni poste dai periti per la riapertura totale dei locali tra cui l’adattamento della pavimentazione e dei sistemi di aereazione” dice l’avvocato Carmen Scalisi, che rappresenta l’Università di Catania, parte lesa in questo primo procedimento giudiziario avviato dalla Procura sulle ipotesi di disastro ambientale e gestione di discarica non autorizzata. ”I periti hanno già concluso il lavoro di rilevamento sul luogo. Attendiamo la perizia definitiva che verrà depositata il 30 ottobre prossimo”, conclude l’avvocato.
Chiuso per ben 12 mesi con non pochi disagi per il normale svolgimento della didattica, nonché delle attività di laboratorio, l’edificio 2 della Cittadella torna ad essere punto di riferimento importante per gli studenti di Farmacia, da oggi non più “sfollati” dell’Università.
“Sono convinto che il Gip abbia valutato lo stato attuale del caso e ritengo più che ragionevole il dissequestro dell’edificio a distanza di un anno” commenta l’avvocato Santi Terranova, legale di alcune famiglie coinvolte nel secondo provvedimento giudiziario, quello che riguarda alcuni sospetti decessi di studenti, docenti e ricercatori che lavoravano nella struttura. L’avvocato sembra convinto che i risultati di questa prima perizia non indeboliscano sostanzialmente l’accusa e aggiunge: “Ci sono ben 38 casi accertati di patologie simili tra studenti e dipendenti di quell’edificio. Questo è un dato di fatto. Che oggi non sussista pericolo non è un elemento che influisce sulla seconda indagine in corso. Su questo fronte interessa stabilire cosa è accaduto negli anni precedenti e quali relazioni sussistano tra questo e i casi riscontrati di malattie e morti”.
Si attendono adesso due importanti scadenze: il prossimo 30 ottobre per i risultati della perizia disposta dalla Procura, e il 18 dicembre, data ultima della prossima udienza in cui le parti avranno modo di formulare le loro osservazioni sugli esiti degli accertamenti.