Ogni estate Motta SantAnastasia ospita esibizioni che ci riportano indietro nel tempo. La prossima è in programma dall11 al 13 settembre. Noi ne abbiamo approfittato per conoscere la Societas Sancti Faustini, unassociazione che pratica larcheologia sperimentale
Il Medioevo? Ce labbiamo sotto casa
Alle soglie dell’estate la cittadina di Motta Sant’Anastasia cambia volto. Il paese è “diviso” in tre rioni – Casa Normanna, Giovani Maestri e Panzera, ognuno dei quali rappresenta le antiche classi economiche e sociali – e ciascuno dei tre “partiti” veste con i propri colori altrettante squadre di musici e sbandieratori che nel tempo hanno imparato a farsi apprezzare in Italia e all’estero.
L’intero paese si appassiona e l’animosità “esplode” durante l’esibizione in piazza dei tre gruppi nel giorno (25 agosto) dedicato alla patrona Santa Anastasia. Si tirano fuori stendardi, sfottò e bandiere, oltre alle “ingiurie” di verghiana memoria.
Nel mese di agosto i gruppi organizzano una serie di serate a tema medievale che fanno da preludio ai tre giorni di festa in onore della santa. Nel corso di una di queste abbiamo incontrato Marzio Gandini, giovanissimo presidente di un’associazione particolare, la Societas Sancti Faustini, che si pone come scopo la ricerca storica anche attraverso lo studio delle armi, delle tecniche di combattimento, del vestiario e della vita quotidiana medievale.
La compagnia lombarda è stata ospite del gruppo Giovani Maestri ed ha proposto ogni sera uno spettacolo a metà tra intrattenimento da strada e rievocazione storica. «Perché non possiamo pretendere che la gente stia ad ascoltare un quarto d’ora di storia e quindi la dobbiamo attirare anche con le spade infuocate», spiega con un sorriso.
Tutto è curato nei minimi dettagli, dai vestiti (con i vari strati non proprio indicati per una sera d’agosto) alle armi, forgiate secondo le tecniche medievali in una fucina originale.
Da dove venite?
«Siamo originari di Brescia e di solito ci muoviamo nel nord Italia, questa è la prima trasferta che ci porta così a sud».
Quando vi spostate lontano da casa create anche un vostro spazio?
«Generalmente costruiamo degli accampamenti dove abbiamo la base per la didattica, per insegnare e spiegare alle persone quello che facciamo. E per poter mostrare – oltre ai combattimenti e agli spettacoli – anche gli elementi di vita comune del medioevo».
Insegnate come si viveva in quell’epoca?
«Esattamente. E ci occupiamo anche della ricerca, facciamo quella che è chiamata “archeologia sperimentale”».
In cosa consiste?
«Mettersi nei panni e con gli strumenti dell’epoca cercare di ottenere gli stessi risultati o capire determinati meccanismi».
È anche una sorta di esperimento sociologico.
«Esatto».
Nell’accampamento non ci sono acqua corrente, elettricità… verrebbe da chiedere chi ve lo fa fare.
«C’è la passione per la storia, riscoprire le proprie origini, le proprie tradizioni… e questo ti crea un senso di appartenenza alla società. Altrimenti non hai motivi per considerare il tuo vicino di casa o la persona che hai davanti qualcuno appartenente al tuo stesso gruppo».
Quanti siete?
«L’associazione si compone di varie compagnie. Ognuna ha dei numeri variabili, ci sono quelle di quattro o di venti persone. In totale ci sono circa 1.500 iscritti».
Voi non fate però solo questo nella vita.
«No, questo è un hobby, il nostro tempo libero. Ed è qui che potremmo chiederci chi ce lo fa fare. Passiamo le estati, i fine settimana, in giro per le città a portare un pochino di storia».
Partecipate anche a rievocazioni di battaglie…
«Ci ritroviamo con altri gruppi simili ai nostri per cercare di capire quali fossero i meccanismi di movimenti di fanteria, combattimenti di mischia…».
Nei vostri studi siete “seguiti” anche da qualche storico di professione, da qualche docente?
«Nella nostra associazione abbiamo un gruppo di ricerca che si appoggia a diverse istituzioni. Non ci segue uno in particolare, anche perché in Italia c’è il problema che la storia ufficiale è rimasta ferma da 40-50 anni. Per questo c’è bisogno di ragazzi che si muovano e che facciano queste cose».
Siete tutti ragazzi nell’associazione?
«Decisamente no. Abbiamo anche mia nonna che ha 74 anni».
Per sapere se si divertano di più i ragazzi o la signora Virginia consigliamo di vedere dal vivo una loro esibizione. Per chi invece vuole vivere ancora uno sprazzo di medioevo, si svolgerà dall’11 al 13 settembre la Parata nazionale della bandiera.