Canestri a scadenza

Claudio è uno studente che d’estate, tra un appello e un tuffo alla Plaia, si diverte con gli amici a giocare a basket. Sin da quanto era alle superiori, la sua meta preferita è il campetto di Battiati. Il 25 maggio era stata annunciata l’apertura della “stagione campettistica non ancora a pieno regime causa mancanza di un canestro”. Anche l’unico anello reduce dai blitz dei vandali, però, ha chiuso anzitempo in una notte d’inizio luglio.

Lo storico playground manca quindi all’appello in questo scorcio di stagione estiva. È stato riaperto quello di piazza Nettuno, guadagna fama il campetto di Mascalucia, c’è chi da Catania città si sposta anche a Nicolosi per giocare. Ma il playground di Battiati ora è deserto. Il canestro dal lato del parcheggio ormai è solo un ricordo e lo testimonia un tabellone visibilmente mutilato. A centrocampo, due grosse pietre a mo’ di porta da calcio fanno compagnia ai bambini che giocano allo sport più popolare. L’altro canestro era stato montato a giugno, ma ora ne rimane solo un moncherino. «L’ultimo canestro che abbiamo comprato – conferma mestamente l’assessore allo sport di Sant’Agata li Battiati, Michelangelo Sangiorgio – è durato appena due giorni».

Dal 1996, centinaia di appassionati hanno affollato il campetto, creando un movimento che conta anche un sito internet e un gruppo su Facebook, a cui se ne aggiunge un altro in memoria dell’ultimo canestro divelto. Quando un appassionato di basket pensa al playground di Battiati, anche se non lo frequenta spesso, lo associa subito alla figura di Marco Pappalardo, il “portatore sano di palloni”, come viene definito sul gruppo facebookiano. Marco se ne occupa da quando aveva 14 anni e ora si ritrova con le mani legate. «A causa dei vandali e dell’usura delle strutture – ci spiega il giocatore dell’Olimpia Battiati, con cui quest’anno è tornato in campo in Serie D –, quest’estate siamo stati costretti a migrare verso i più vicini campi di basket, in quanto le nostre raccolte fondi risultano insufficienti nell’affrontare i costi di manutenzione».

Quindi il campetto pubblico veniva ristrutturato dagli stessi giocatori?
«Sì, ogni anno io e gli altri “senior” abbiamo affrontato continui sforzi per garantire la manutenzione del playground, con varie iniziative di collette per canestri, tabelloni, rifacimento delle linee. L’abbiamo fatto ogni anno, quando a giugno ci ritrovavamo nel pieno degrado di quest’area».

Viene da chiedersi: ma il Comune che fa?
«Per anni l’amministrazione comunale di Sant’Agata li Battiati si è disinteressata della gestione di quest’area, che non è soltanto un luogo pubblico dove praticare sport all’aperto, ma è diventato un vero e proprio punto di ritrovo per amanti del basket e non, a tutte le ore e di tutte le età. La situazione sembrava fosse migliorata negli ultimi due anni, con il cambio di amministrazione e l’elezione di Seby Mangano al consiglio comunale. Lui si è fatto carico delle nostre richieste ed ha sollecitato il comune nella creazione di una fontanella e nella sostituzione dei tabelloni, tutte opere che sono state effettivamente realizzate».

Ma poi si è tornati punto e daccapo. Ma chi è Seby Mangano? Studente e arbitro di basket, lo scorso anno è stato eletto al consiglio comunale di Battiati. Impegnato nella sessione d’esami estiva, in questo periodo ha ben altro a cui pensare. Ma trova comunque uno spazio per confermare ciò che ha spiegato Marco Pappalardo. «Sono diventato il facente veci del campo nel consiglio comunale…!». Un impegno iniziato due anni fa: «Ho fatto installare una fontanella, nuovi tabelloni e nuovi anelli, questi ultimi a volte a spese mie». Ecco perché viene etichettato come “portatore di fontanelle e raramente giocatore”.

Ma ora si sta pensando a rendere nuovamente fruibile il campetto?
«Sono all’opposizione e c’è voluta fatica nell’ultimo consiglio comunale per far stanziare una cifra consistente per la riqualificazione dell’intera area che ad oggi si trova in un abbandono disarmante. I lavori avranno sicuramente inizio entro la fine del 2009 (per legge) e riguarderanno il campetto nella sua interezza… Sono fiero di questo, è il completamento di sforzi non indifferenti. È frustrante che ci sia ancora gente in giro che la notte non abbia nulla da fare che scassare ciò che di bello c’è in giro. Subiamo le ire dei vandali a cicli continui e io sono stufo! Per questo mi auguro di riuscire a dotare il campetto di una recinzione (come a Mascalucia), ma questo lo vedremo».

Per quest’estate, quindi, a Battiati non si potrà giocare. Una speranza era arrivata ad inizio giugno, quando è iniziato il progetto della Pallacanestro Catania, principale società della provincia, per la riqualificazione dei campetti della città e dell’hinterland. Dopo i lavori a piazza Nettuno, si sarebbe dovuto procedere con lo slargo di via Barriera del Bosco. Ma qualcosa è andato storto: «Volevo adottare lo stesso sistema della sponsorizzazione – riprende l’assessore allo sport – che ha permesso di riqualificare piazza Nettuno. C’era l’intesa con il responsabile marketing, Massimiliano Puleo, ma non ha reperito i fondi necessari e al momento non può andare avanti». Puleo, rintracciato a Bologna, ha spiegato che la società sta lavorando per portare avanti il progetto, ma niente di più.

Diversa appare la versione dell’assessore Sangiorgio, il quale nega che il danneggiamento delle strutture sia riferibile ad atti di vandalismo. Gli abbiamo chiesto cos’è successo dopo la ristrutturazione.

«In un anno e mezzo hanno distrutto il campo, già alla fine della prima estate hanno sfasciato tutto. Noi possiamo comprare un canestro quando si rompe e spendere una sessantina di euro, ma quanto durerà? Non si risolve il problema così. Sono quelli che giocano che devono trattare bene il campetto».

Quindi, secondo lei, non sono i vandali a distruggere le strutture?
«I vandali avrebbero buttato a terra il traliccio e dipinto tutto. Non penso che ci sia qualcuno che metta il motorino sotto il canestro e si appenda facendo la scimmia finché non cede. Non si tratta di giovani che non hanno niente da fare. Secondo me, il problema non è rappresentato da qualcuno che butta le pietre, ma il canestro si rompe perché ci si gioca pesante. Il tabellone è rotto perché qualcuno si è appeso, quindi chi usa il campo l’ha distrutto. Sono gli stessi utilizzatori che non ne hanno fatto un uso consono. Si è senza cervello se si fa così, non si ama la pallacanestro, si vuole solo sfogare degli istinti innaturali. Non c’è né senso civico né senso d’appartenenza».

A questo punto, una recinzione non servirebbe a molto.
«La recinzione, che dovrebbe costare 8.000 €, può evitare l’ingresso delle macchine. Ma di chi, delle coppiette? Se qualcuno vuole vandalizzare, basta che scavalchi e stacca tutto».

E quali contromisure potrebbero essere messe in atto allora?
«Certamente non possiamo mettere un carabiniere che spara a chi schiaccia e si appende all’anello… Quando è stato ripristinato l’ultima volta, mandai una lettera a “La Sicilia” e scrissi: “Noi l’abbiamo ripristinato, abbiamo speso 2.000 €, però trattatelo con cura!” Invano. Se il bene è di tutti, bisogna che soprattutto i giocatori si impegnino anche a mantenerlo».

Comunque lo stanziamento dei fondi è stato approvato. Perché ci sono tempi tanto lunghi?
«Il consiglio comunale, grazie a Seby Mangano, ha stanziato le somme solo ad inizio giugno perché prima eravamo senza bilancio. Poi, ci vogliono i tempi tecnici per redigere i progetti, i lavori non partono subito dopo gli stanziamenti. Comunque l’amministrazione, in un momento in cui bisogna fronteggiare situazioni come quella delle Ato, è difficile che spenda».

Quali saranno i costi del progetto?
«Anche a causa dei costi sono indeciso se farlo o non farlo. A me secca buttare i soldi e se si devono spendere 500 € per un’opera che dura una settimana preferisco sistemare le docce o l’illuminazione del palazzetto o del campo da calcio, che dureranno sicuramente di più! Lo stanziamento è di 30.000€, il progetto dell’ufficio tecnico dovrebbe sistemare aiuole, panchine e impianto d’illuminazione, installare la fontana di bronzo e i dissuasori, cambiare i tralicci e i tabelloni, ridisegnare e pitturare il campo. Ma quanto durerà? L’ingegnere Lo Grasso sta redigendo un progetto, però bisogna dargli il tempo. Comunque, una parte dei fondi sarà impiegata per gli impianti del comune che ne hanno più bisogno».

Alla fine, Michelangelo Sangiorgio fa una promessa: «Un canestro lo ricompriamo. Spendiamo quei 60-70 €, ma con l’augurio che non duri una settimana».

Durasse almeno fino a settembre sarebbe già un traguardo…


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