Dal carcere alla cucina. È l'iniziativa di Marcello Patricola e Domenico Corona, che comincia a riscuotere sempre più consensi. La loro specialità è il Pandarancio. Al momento effettuano consegne a domicilio, ma puntano a coinvolgere altri ex carcerati. «Il rischio è quello di essere lasciati soli, una volta scontata la pena»
Dolce Buonaspina, gli ex detenuti si reinventano pasticceri «Le richieste ci sono, speriamo di aprire un punto vendita»
«Se già è difficile trovare lavoro per i giovani, figurarsi per gli ex detenuti. Il rischio per noi è quello di essere lasciati soli, una volta scontata la pena. E in questo modo diventa più facile cadere nuovamente nell’errore». Marcello Patricola ha ripagato il debito con lo Stato, e quando è tornato libero si è reinventato – insieme a Domenico Corona – pasticcere. Il nome è tutto un programma: Dolce Buonaspina.
«L’iniziativa nasce dopo aver preso un attestato alberghiero all’interno del carcere Pagliarelli – racconta ancora Marcello -. Una volta imparata l’arte della pasticceria cerchiamo di mettere in atto quello che abbiamo imparato in modo da poterci allontanare dalle vecchie abitudini. Essendo in un Paese in crisi che non ha modo di poterci aiutare ci siamo inventati questa cosa, per poter sopravvivere e cambiare tenore di vita».
Tutto in regola: entrambi col diploma, entrambi muniti di protocollo Haccp. Realizzano tutto a mano, con tanto di autoconfezionamento e consegne personali. I loro dolci sono ben fatti, diventano di giorno in giorno più numerosi e si vedono sempre più spesso in giro. Dal 7 dicembre al 7 gennaio la loro iniziativa è stata ospite dell’evento La Lumia. Successivamente hanno collaborato con l’Arci Porco Rosso, donando i propri biscotti ai senzatetto. Ieri erano presenti anche all’incontro sul No al G7 convocato al teatro Montevergini.
«Abbiamo iniziato da ottobre 2016 – continua Marcello – ci stiamo specializzando a fare il Pandarancio che la gente apprezza tantissimo e poi cassate, torroni, biscotti. Di tutto, insomma. Al momento recapitiamo i nostri prodotti a domicilio, a casa, in ufficio. Le richieste ci sono, speriamo un giorno di poter realizzare un punto vendita dove la gente possa venirci a trovare. E, perchè no, coinvolgere altri ex detenuti».