Protagonista del nono tributo a Virlinzi, l'artista milanese racconta del suo incontro con Checco nei primi anni Novanta. " Mi accorsi immediatamente della sua grande lucidità nel parlare di musica"
Pacifico: «Incrociare Francesco fu un evento»
Si capisce in pochi minuti di clip che artista è Pacifico. I clip sono quelli che il musicista milanese ha messo a disposizione sul suo sito e che “raccontano” il backstage della lavorazione all’ultimo disco Dentro ogni casa. C’è un Pacifico che suona il pianoforte con gli occhi socchiusi nella bellissima intimità del suo studio di registrazione. Un’atmosfera serena, la stessa che si respira nel nuovo albo che è una carrellata di storie dal sapore cinematografico. Canzoni costruite come fossero sequenze, «dipende dalla mia passione rovente per il cinema» – racconta l’artista. Una passione che nutre regolarmente timbrando il cartellino al cinema sotto casa a Milano e che ne ha segnato il tocco lirico, «il cinema estende i confini della mia immaginazione» – disegna pensieri in aria Pacifico – «scrivere per immagini, così, è una costante per me».
Ed è Catania il luogo cruciale in cui il musicista di origini napoletane ha “imparato” a scrivere i suoi piccoli film. E’ il 1999 e il periodo è quello in cui lavorava assieme a Roberta Torre per realizzare il musical “Sud side stori”. Fu lì, nell’appartamento di via Santa Maddalena in cui alloggiava, che trovò lo spunto per le sue prime canzoni: «E’ stata una specie di liberazione per una persona mite come me» – racconta con timidezza. Da allora ne è passato di tempo, Pacifico ha messo a segno quattro album e un’ottima reputazione di paroliere. Ha scritto per sé, per altri (vedi Celentano, Nannini, Bocelli, Fossati), per il teatro irrobustendo una carriera che, oggi, s’è fatta importante e lunga: vent’anni considerando la militanza per i Rosso Maltese nei primi Novanta.
Anni di gavetta obbligatori per emergere quelli, «si cercavano contatti dappertutto, era un momento importante per trovare una direzione». Anni in cui Pacifico incrociò Francesco Virlinzi per la prima volta. «Per la precisione lo incontrai due volte – mette a fuoco – la prima con i Rosso, la seconda mentre collaboravo con l’etichetta degli Uzeda». E di come ne parla adesso sembra che per i giovani musicisti di allora, come lui, vedere Virlinzi era fare un terno al lotto, «scherzi? Un vero e proprio evento!». «Ciò che mi rimase più impresso di Virlinzi – gratta nella memoria Pacifico – fu la sua lucidità nell’esprimere opinioni musicali. C’era una sorta di ibrido in lui tra l’attenzione verso il mercato e la passione per la musica, credo fosse in assoluto il suo tratto dominante». Un’emozione ed un ricordo che paiono intatti a oltre dieci anni di distanza e che oggi assumono un significato particolare visto che il musicista milanese salirà sul palco delle Ciminiere per celebrare quell’appassionato discografico del Sud.
Il 9° tributo a Virlinzi, in programma nel giorno in cui Checco avrebbe compiuto cinquant’anni, lo vede protagonista ereditando il piacere che negli anni è stato concesso ad artisti come Carmen Consoli, Lucio Dalla, Niccolo Fabi e Jovanotti. Ma Pacifico non è solo nella festa per Francesco. Assieme a lui, le due nuove leve del pop italiano Arisa e Malika Ayane. Con quest’ultima ha in comune la scuderia di provenienza, la Sugar, e la collaborazione in un pezzo di “Dentro ogni casa”. «Malika – racconta Pacifico – me la segnalò Caterina Caselli. Quando l’ho ascoltata per la prima volta sono rimasto travolto dalla sua fragilità, dal suo humor e, naturalmente, dalla voce straordinaria che la salverà sempre».