L'ottava edizione della manifestazione per i diritti dellà comunità LGBTQI vede un ampio consenso nel mondo del sociale. Lanciata la call per la realizzazione di eventi artistici e culturali
Palermo Pride 2017, parata il primo luglio con tema Il Corpo Dal direttivo: «Uguaglianza diritto vitale, per noi è politica»
L’ottava edizione del Palermo Pride, nato come Pride Sicilia nel 2010, vede ancora una volta ampie porzioni di cittadinanza contribuire all’organizzazione dell’evento. In città la Giornata Mondiale dell’Orgoglio LGBTQI (Lesbiche, Gay, Bisex, Transessuali, Queer, Intersessuali) ormai appuntamentato classico per il capoluogo siciliano, si svolgerà il primo luglio con la tradizionale marcia. La data è stata scelta durante un incontro in cui è stato eletto un nuovo direttivo che rappresenta la pluralità degli enti partecipanti, e così composto: Ambra Cannavò, Luigi Carollo, Maria Angela Fatta, Marco Ghezzi, Massimo Milani, Daniela Tomasino e Marco Siino. Un’ulteriore conferma che nel collettivo associativo omonimo del Palermo Pride non ci sono solo associazioni che trattano di tematiche LGBTQI ma anche associazioni di volontariato, reti associative universitarie e di associazioni culturali. «Il grado di consenso nel mondo del sociale è alto – conferma Marco Siino – anche se il tema rimane periferico nell’agenda nazionale. Il Pride all’interno è molto plurale e tendenzialmente non si schiera contro le istituzioni. Come sempre non ci concentriamo sulla parata in sè ma sugli eventi che ci porteranno a essa, che per noi significa fare politica. L’anno scorso ad esempio abbiamo messo al centro le migrazioni e le persone migranti, scoprendo che ci sono intere categorie di LGBTQI tra di esse».
Quest’anno è stato lanciata sin da subito, per attirare una rete di partner privati, una call attraverso l’iscrizione al bando Concorso di idee per la realizzazione di eventi artistici e culturali nell’ambito del Palermo Pride 2017 e che scade il 5 febbraio. Tra i fondatori di ArciGay, Massimo Milani va con la mente al primo Pride della storia, svoltosi a NewYork nel 1969, per poi spiegare di avere «una prospettiva più ampia e internazionale rispetto a un Paese che rimane comunque politicamente indietro senza una legge contro l’omofobia. Nonostante socialmente sono stati fatti dei passi in avanti. Ai miei tempi – racconta l’esponente storico di Arcigay – l’omosessualità non esisteva, non era visibile. Nessuno faceva coming-out. Oggi già da giovani si prende il coraggio di esprimere la propria differente identità sessuale attraverso il rapporto sociale e individuale, mostrando la propria quotidianità».
Per questo motivo il tema della kermesse del 2017 è Il Corpo, inteso in ogni declinazione possibile: non soltanto corpi fisici e individuali, ma anche corpi immateriali, nella misura in cui la percezione del corpo dell’Altro porta con sè i fenomeni di discriminazione, esclusione e marginalizzazione. Secondo il presidente di Articolo 3 Luigi Carollo: «Oggi si tenta di far passare un concetto distorto della parola uguaglianza. Ecco perchè ci si è soffermati quest’anno da analizzare la differenza dei corpi e delle esigenze umane». Anche Daniela Tomasino, confermata nel direttivo del Pride, sostiene l’importanza di un diritto fondamentale come quello dell’uguaglianza. «Il tema – dice – deve far parte di qualsiasi agenda politica: qualsiasi partito venga eletto è inevitabile che prima o poi debba confrontarsi con la comunità LGBTQI. Ogni Pride è diverso perchè si costruisce in un percorso collettivo differente di volta in volta, in realtà è difficile sapere cosa c’è di nuovo».
Alla prima esperienza nel direttivo è invece Ambra Cannavò, rappresentante della rete Arci Palermo. «Sento sicuramente la responsabilità di fare parte di un esecutivo ma sono molto positiva riguardo al temascelto – afferma – in continuità con il lavoro svolto nelle precedenti manifestazioni e con la potenzialità di coinvolgere molti interlocutori».