«Orlando, Ferrandelli, Scoma e Romano sono persone che hanno vissuto di politica». L'ex presidente dell'Ordine degli avvocati era stato tirato in ballo in questi mesi come possibile nome da proporre alle amministrative dal centrodestra cittadino, anche se il diretto interessato afferma di essere stato contattato «un po' da tutti»
Francesco Greco allontana l’ipotesi della candidatura «Troppi politici di professione, non sono disponibile»
«Non sono disponibile a logiche del passato, che hanno portato la città allo stato in cui si trova, per cui mi sono fatto da parte. Ho detto che non mi interessa». E ancora: «Cerco il candidato migliore». Parole di Francesco Greco, ex presidente dell’Ordine degli avvocati e al vertice del consiglio di amministrazione dell’Amg quando il sindaco di Palermo era Diego Cammarata. Sembra quindi tramontare l’ipotesi di vederlo candidato alla carica di primo cittadino a Palermo per una coalizione di centrodestra o per Forza Italia, trapelata in questi mesi (anche se il diretto interessato racconta a MeridioNews che la proposta gli è stata fatta «un po’ da tutti»).
Si defila, insomma, Greco, almeno per il momento, ma non rinuncia a commentare l’attualità politica, quella che ha all’ordine del giorno le elezioni amministrative. Scorre i nomi dei papabili candidati alla carica di sindaco, Greco, e nessuno lo convince: «Orlando, Ferrandelli, Scoma e Romano sono tutte persone che hanno vissuto di politica, politici di professione. Non credo che Palermo non abbia alternative. Penso che il tempo della delega in bianco ai politici di professione sia finito. Vedere ancora uomini che si sono candidati a sindaco nel passato, o che lo hanno già avuto questo incarico, o ancora che hanno assunto ruoli politici denoti il fatto che questi politici non si rendano conto dello stato in cui si trova oggi la nostra città, delle difficoltà che incontra chi si alza la mattina per andare a lavorare. Vedo gli stessi personaggi del passato, da palermitano mi sento desolato, quasi demoralizzato. È possibile che una città come Palermo non sia in grado di proporre una nuova classe dirigente, dare nuove speranze, mettere a disposizione nuove energie?».
Greco è particolarmente critico con l’attuale amministrazione guidata da Leoluca Orlando, che definisce «deludente, perchè non ha saputo dare la svolta di cui c’era bisogno. È mancata in tutto: c’è un problema di pulizia, le nostre strade sono sporchissime. Abbiamo disagi con la viabilità, gli esercizi commerciali chiudono di continuo. Non ha saputo rilanciare il turismo: ogni mese arrivano da quattro a sei navi crociera. Da queste navi scendono mille turisti che stanno qui un giorno e nessuno si è mai chiesto come offrire dei percorsi turistici di livello, tutto viene lasciato al fai da te. C’è un problema serissimo legato all’immigrazione che va affrontato. Non possiamo continuare a muoverci come se non si tratti di una questione che riguarda in primo luogo le ragione del Meridione d’Europa. I comuni devono stilare un programma serio, invece sembra che le ammnistrazioni cittadine non se ne debbano occupare. Queste persone non vivono forse nelle città?».
Sebbene la candidatura sembri allontanarsi, dunque, Greco non rinuncia all’analisi politica. E non risparmia un’ultima dichiarazione che sembra pronunciata da chi non ha definitivamente rinunciato alla politica attiva: «Io non rappresento nessuno, se non quella categoria di persone che vanno a lavorare, pago i libri alle mie figlie che studiano, pago il bollo della macchina e le bollette del telefono. Non appartengo alla categoria dei politici di partito, che hanno vissuto di le prebende. Credo che oggi ci siano le condizioni per cui, chi ha fatto politica a tutti i livelli – consiglieri comunali, deputati regionali, parlamentari nazionali – si faccia da parte e si renda conto che ci ha portato in una condizione di grandissima necessità. I cittadini non ne possono più. Questa è una città che ormai vive di quotidiano, si tira a campare, e purtroppo questi professionisti della politica credono di mantenere Palermo in questa routine. Nessuno ha parlato veramente delle cose importanti, a nessuno viene in mente un’idea. E dire che di lavoro da fare ce n’è tantissimo».