Un gruppo di avvocati, spinto dalle numerose richieste, ha deciso di realizzare un portale per difendere cani e gatti, ma anche altri animali. L'attività, portata avanti con passione dalla rete di legali sparsi in tutta Italia, spesso deve fare i conti con la scarsità di mezzi e risorse. Da poco è operativa anche a Catania e Palermo
Arriva anche in Sicilia lo sportello legale per gli animali Un progetto toscano contro maltrattamenti e ingiustizie
Giustizia per gli animali maltrattati. Finalmente cani e gatti – ma anche animali esotici, bovini ed equini vittime di qualsiasi tipo di violenza o abbandonati – possono contare su una rete di avvocati sparsi in tutta Italia e pronti a difenderli anche in un’aula di tribunale. Pure a Catania, dove il portale difendiamoglianimali.org, creato dall’avvocata toscana Francesca Menconi, è da poco sbarcato, spinto dalle numerose richieste di interventi provenienti dal sud del Paese. «Il maltrattamento degli animali – spiega a MeridioNews l’avvocato penalista Riccardo Ecora, legale di riferimento in Sicilia e responsabile provinciale per Catania – potrebbe essere il retaggio di una subcultura che ormai, per fortuna, si sta avviando all’estinzione e che vedeva l’animale da affezione non come un essere vivente, ma come un oggetto da esposizione o da sfilata».
Un giocattolo da poter lasciare tutto il giorno senza cibo e acqua o legato con la catena e trattato in maniera disumana. O, ancora, da drogare con narcotici, in condizioni sanitarie pessime, come succede purtroppo anche nella nostra città ai tanti cavalli coinvolti nelle gare clandestine. Casi in cui da oggi potranno intervenire i legali esperti in legislazione animale, che sull’isola sono già entrati in azione con alcuni interventi effettuati in un canile nel comune di Patti, in provincia di Messina.
«In Sicilia si contano ancora pochi avvocati, circa quattro o cinque che lavorano tra Catania e Palermo – racconta Ecora – mentre la rete nazionale può contare su una settantina di colleghi che ha sposato il progetto». E che è disposta perfino a scendere in piazza con campagne di sensibilizzazione. «Essendo una realtà giovane quella siciliana si muove ancora solo sul web – chiarisce l’avvocato – ma non escludiamo di calcare l’esempio della collega Menconi e organizzare manifestazioni in loco».
Anche se il lavoro principale resta quello che si svolge per gli animali, nonostante spesso ci si ritrovi «soli e con poco aiuto nell’immediato, sempre in cerca di persone che vogliano collaborare», prosegue. È fondamentale, infatti, «allargare la rete e lavorare in sinergia con colleghi di tutta la penisola per tentare di raggiungere l’intento comune, ovvero tutelare chi non ha voce». Lo sportello è rivolto al privato cittadino e, soprattutto, alle associazioni di categoria. Una volta ricevuta la segnalazione se ne verifica la fondatezza e nel momento in cui si riscontrano illeciti o fatti penalmente rilevanti viene inviata una segnalazione alla procura di competenza. Con la chiusura dell’indagine e l’eventuale apertura del procedimento, poi, gli avvocati possono costituirsi parte civile e assicurarsi che chi ha commesso il fatto riprovevole abbia la giusta condanna.
A quel punto, viene da chiedersi, che fine fanno gli animali? «Se i fatti vengono commessi da privati – risponde Ecora – gli animali maltrattati sequestrati dalla procura vengono affidati temporaneamente ad associazioni o canili e si cerca una nuova casa che possa accoglierli». Se invece è l’animale a essere accusato di aggressione bisogna «verificare le negligenze del padrone e non intestargli direttamente la colpa». È importante esaminare i margini di recupero dell’animale e se può essere rieducato e reinserito in un contesto familiare. «Tutto questo è da valutare caso per caso – sottolinea il legale – anche se il punto di partenza è evitare l’abbattimento, che non risolve nulla».
I reati che vedono come protagonisti gli animali sono stati riconosciuti recentemente, frutto «di una maggiore coscienza sociale in relazione alle problematiche degli animali, che vengono visti nell’attuale panorama legislativo come prolungamento del padrone, come dimostra la chippatura che lo rende riconducibile a un essere umano». Che dovrebbe prendersi cura di lui e restituirgli l’affetto, invece di educarlo col bastone. «La nostra missione ha origine da una motivazione personale e dall’amore verso questa categoria – conclude il responsabile catanese – e nonostante i mezzi limitati, cerchiamo di coniugare la passione per gli animali con quella per il diritto e la giustizia».