I carabinieri di Taormina hanno arrestato la coppia - il 35enne catanese Salvatore Bonaventura e la 30enne messinese Cammila Adriana Duci - che sarebbe responsabile di numerosi episodi criminali. Agivano sempre con le stesse modalità: bloccando giovani donne con varie scuse e sottraendo loro l'auto
Zona ionica, rapine e sequestri da Giardini a Giarre Novelli Bonnie e Clyde colpivano sempre donne sole
Sequestravano giovani donne in auto per poi rapinarle ed estorcere loro denaro. Una coppia di rapinatori seriali, composta da un uomo e una donna, talmente consolidata che gli è valsa l’appellativo di novelli Bonnie e Clyde. Così li hanno ribattezzati i carabinieri di Taormina che, in esecuzione di un provvedimento di fermo disposto dal sostituto procuratore Francesco Massara, hanno messo le manette al 35enne catanese Salvatore Bonaventura e alla 30enne messinese Camilla Adriana Duci. Sono accusati di rapina aggravata dall’uso delle armi, sequestro di persona, tentata estorsione in concorso.
Da tempo i carabinieri erano sulle tracce dei due, perché sospettavano che fossero loro i responsabili delle diverse rapine tra Giardini Naxos, Giarre, Riposto e Aci Sant’Antonio. I vari episodi avevano molti aspetti in comune. A cominciare dal fatto che vittime delle rapine erano sempre e solo donne. Le modalità con cui agivano i novelli Bonnie e Clyde sempre le stesse: i rapinatori, individuata la vittima, solitamente al volante da sola, la avvicinavano con una scusa di sera, per poi rapinarla. E come riferito dai militari dell’Arma, «non gli mancava la fantasia per catturare l’attenzione della povera malcapitata di turno e, quindi, derubarla». Ad esempio quando una donna si era fermata per soccorrere la rapinatrice che per strada aveva simulato un grave malore chiedendo disperatamente aiuto. In qualche altro caso le vittime erano state tamponate al semaforo e costrette a scendere, o avvicinate mentre erano rimaste in panne con la propria vettura per strada per poi essere rapinate.
In un caso, l’ultimo in ordine di tempo, avvenuto nei primi di novembre a Giardini Naxos, una donna con l’auto guasta sulla via Consolare Valeria, all’angolo della discesa Giordano, era stata avvicinata dalla rapinatrice che, scesa da una Alfa Romeo 147, avrebbe costretto la vittima ad aprire la portiera dell’auto. La trentenne messinese le avrebbe quindi puntato una pistola contro, costringendola a recarsi in luogo isolato. E qui sarebbero state raggiunte dal convivente al volante di un’Alfa Romeo che portava a termine la rapina. Oltre a portar via borsa e cellulare, i due rapinatori hanno rubato alla vittima anche la vettura. L’avrebbero persino riaccompagnata a casa, per poi chiederle mille euro per la restituzione del mezzo. Richiesta che hanno ribadito anche il giorno dopo, da una cabina telefonica che i carabinieri hanno individuato trovarsi a Giarre. I due al telefono dicevano alla vittima di recarsi al porto di Riposto dove avrebbe ottenuto la restituzione dell’auto, previo il pagamento dei mille euro.
Il modus operandi dei due rapinatori, come ricostruito dai carabinieri, è diventato con il passare del tempo più spregiudicato e aggressivo. «Qualche giorno più tardi, infatti, i rapinatori, in tarda nottata, non avrebbero esitato a puntare la pistola contro una ragazza che era in sosta a bordo della propria utilitaria a Giardini Naxos mentre parlava al telefono». Ad entrare in azione anche questa volta sarebbe stata per prima la trentenne messinese che, dopo essere salita a bordo dell’auto della vittima, l’avrebbe costretta a recarsi in un luogo isolato. E qui, come già successo in altre rapine, sarebbe stata raggiunta dal fidanzato e avrebbero rubato il cellulare e pochi euro.
Ad Aci Sant’Antonio la vittima è stata una commerciante bloccata mentre andava in una pizzeria dopo aver chiuso il suo negozio. Aveva parcheggiato la propria vettura lasciandola però aperta, in attesa di comprare dei prodotti di rosticceria per la cena. Mentre la vittima si trovava all’interno del negozio, la giovane rapinatrice avrebbe aperto la portiera posteriore destra sdraiandosi sui sedili posteriori con una pistola in mano. Quando la vittima è risalita in auto, poco dopo che ha ripreso la marcia, «si è vista puntare una pistola alla tempia». Ma inaspettatamente la commerciante ha reagito ed è riuscita a disarmare la rapinatrice, provando a mettersi in salvo. Tentativo subito fallito perché, a breve distanza, le seguiva il 35enne rapinatore catanese che, accortosi di quanto accadeva, ha tamponato la macchina della malcapitata costringendola a scendere e abbandonare la vettura, che è stata quindi rubata.
Al vaglio dei carabinieri ci sono altri due casi avvenuti in Riposto, in cui le vittime sono sempre donne. Gli investigatori stanno cercando di capire se anche in questi due casi i responsabili siano i rapinatori arrestati oggi. Salvatore Bonaventura e Camilla Adriana Duci si trovano adesso al carcere di Gazzi.