Assunti con contratti a termine da 15 anni, una ventina di lavoratori hanno avviato una battaglia legale che li ha visti vincitori. Ma il Consorzio non mette in pratica la sentenza della Corte d'Appello. Così è scattata l'ingiunzione di pagamento. Vicenda simile ma soluzione diversa per i colleghi di Enna
Consorzio bonifica Ragusa, dal giudice ok ai dipendenti Ma l’ente non li riassume, pagati per restare a casa
Dipendenti pagati per restare a casa. Succede al Consorzio di Bonifica di Ragusa. Alcuni ex lavoratori, tenuti fuori dal posto di lavoro ingiustamente, secondo quanto stabilito dalla Corte di Appello di Catania, hanno presentato dei decreti ingiuntivi contro l’ente e il giudice ha disposto il pagamento delle prime quattro mensilità a partire dalla data di pubblicazione della sentenza.
Al momento sarebbero cinque i dipendenti ad aver presentato ingiunzione di pagamento, ma presto se ne aggiungeranno molti altri e l’impegno economico non sarà sicuramente indifferente. Per comprendere meglio, occorre fare un passo indietro e ripercorrere i passaggi di una vicenda controversa. Una ventina di dipendenti del Consorzio di Bonifica 8 di Ragusa, assunti con contratti a termine da 15 anni, hanno avviato una battaglia legale perché, dopo tanti anni da precari, venisse riconosciuto il rapporto di lavoro subordinato e, di conseguenza, la trasformazione dei contratti a tempo indeterminato.
Dopo anni di lotte nei Tribunali, la vertenza è stata risolta dalla sentenza della Corte di Appello di Catania. I giudici hanno dichiarato nullo il contratto stipulato all’inizio tra le parti dichiarando il rapporto a tempo indeterminato, hanno condannato il Consorzio alla riammissione in servizio dei ricorrenti e al risarcimento del danno in favore dei lavoratori col pagamento di tre mensilità.
Per la Corte di Appello, quindi, i lavoratori dovevano essere ammessi immediatamente sul posto di lavoro, ma ad oggi, dopo più di sei mesi dalla sentenza, sono ancora a casa. Anzi la volontà dei vertici dell’ente sembra ben diversa. Dodici dipendenti hanno raccontato di essere stati chiamati, nonostante la sentenza, per firmare ancora una volta un contratto a termine e ovviamente si sono rifiutati, preferendo rimanere a casa. «Non capiamo per quale motivo il commissario del Consorzio faccia tutta questa resistenza – denunciano – eppure la legge è dalla nostra parte».
Vicenda analoga con conclusione diversa ha interessato il Consorzio di Bonifica di Catania, a proposito della vertenza che coinvolge i lavoratori stagionali del Consorzio di Enna. In questo caso, in presenza di una sentenza di primo grado analoga a quella della Corte di Appello prima citata, l’ente ha deciso di assumere intanto i dipendenti in attesa dell’esito dell’appello. E questo, perché «in ragione del tempo necessario per la definizione del giudizio di merito dinanzi alla Corte di Appello, si rende necessario dare esecutorietà alla sentenza (quella di primo grado) al fine di non incorrere ad un eventuale danno erariale».
Sulla questione il direttore generale del Consorzio 8 di Ragusa, Giovanni Cosentini, interpellato da MeridioNews, si è limitato a sottolineare che le due vicende non possono essere paragonate, per poi rimandare la competenza al commissario del consorzio, Giuseppe Margiotta. «La situazione è molto delicata, ma presto la vicenda verrà chiarita», precisa quest’ultimo preferendo non aggiungere nient’altro.