A Venezia da tre anni trasmette una webradio interamente gestita dagli studenti universitari. Programmi di informazione - come Babele, che racconta città e paesi europei attraverso la voce degli studenti Erasmus, o Dica 133, programma nato con le manifestazioni dellOnda - si alternano a format di intrattenimento, musica e attualità
Visti da qui/3 La voce della Ca Foscari? È sul web
Per le calli da tre anni risuonano la voce e la musica degli studenti della celebre università veneziana. Ci racconta il progetto Nicolò Groja, responsabile contenuti di Radio Ca’ Foscari.
Cos’è radio Ca’ Foscari? Come nasce?
«RCF è nata circa tre anni fa per volontà dell’università Ca’ Foscari di Venezia ed è stata poi affidata alla gestione di un gruppo di studenti e sei responsabili (Station Manager, Area Contenuti, Palinsesto, Area tecnica, Web, Area Musicale). La radio funziona unicamente via web, tramite streaming e podcast e trasmette 24 ore su 24, grazie a sedici programmi (attuali) e un ampio database musicale».
Un esperienza giornalistica universitaria, radio o giornale, vive ovviamente all’interno del proprio Ateneo, seppur in modi diversi. Com’è finanziato il vostro progetto? Come mantenete i rapporti con l’Ateneo?
«La radio riceve ogni anno un budget direttamente dall’università, per far fronte alle spese necessarie alla sopravvivenza del progetto; si sta valutando l’ipotesi di finanziamento tramite sponsor pubblicitari se i tagli all’ateneo dovessero impedire la garanzia di erogazione dei finanziamenti. I contatti con l’ateneo li abbiamo attraverso l’ufficio comunicazione di Ca’ Foscari principalmente e attraverso riunioni periodiche dei responsabili della radio con i referenti d’Ateneo».
Quali sono i vostri metodi di lavoro?
«All’inizio di ogni anno stiliamo una bozza di palinsesto e una lista di chi vuol prendere parte al progetto e con che idee: cerchiamo quindi di incastrare al meglio i singoli format proposti, registrazioni o dirette, tentando di avere la maggior varietà e completezza possibile. Sta poi ai vari responsabili gestire l’organizzazione delle varie aree per rendere il tutto funzionale e servire come punto di riferimento per i singoli programmi. Ci teniamo costantemente aggiornati sia via mail che attraverso riunioni settimanali».
L’università a volte appare come un microcosmo a sé, ma è sempre inserita nel contesto di una città. Come dividete la vostra attenzione sui diversi temi?
«Abbiamo un programma interamente dedicato alla vita universitaria (Sopravvivere a Ca’ Foscari), ma anche tutti gli altri programmi (a partire dall’informazione) sono chiaramente inseriti all’interno dell’universo veneziano, a cui fanno sempre riferimento».
I media universitari nascono anche per imparare un mestiere. Quali sono le figure che guidano la vostra redazione?
«Siamo completamente autogestiti e non abbiamo collaboratori esterni. Abbiamo dei referenti universitari che supervisionano il nostro lavoro, ma lasciano a noi gestione e potere decisionale su modalità di messa in onda e contenuti».
In che rapporti siete con chi si occupa di comunicazione istituzionale?
«Come già detto sopra, abbiamo un format dedicato all’università e agli studenti e siamo in continuo rapporto con l’ufficio comunicazione di ateneo, per dare priorità ai temi di stretta attinenza con la nostra struttura madre».