Gli eredi dell'ex re del gas, socio di Ciancimino, dopo una prima misura subita nel 2013, avevano scelto il principato sui Pirenei per nascondere parte del capitale ritenuto frutto degli affari condotti con don Vito e il suo prestanome, Gianni Lapis. Guarda il video
Mafia, sequestro da sei milioni alla famiglia Brancato Quasi un milione e mezzo di euro nascosti in Andorra
Colpo del nucleo polizia tributaria della guardia di finanza di Palermo, che ha messo a segno un sequestro ai danni degli eredi di Ezio Brancato, l’ex socio di Vito Ciancimino nelle società che tra gli anni ’80 e ’90 avevano monopolizzato la metanizzazione della Sicilia e completato la rete di distribuzione del gas a Palermo. Buona parte della liquidità della famiglia, quasi un milione e mezzo di euro, era stata trasferita in conti correnti bancari e depositi in istituti di credito del principato di Andorra, nel tentativo di sfuggire all’occhio degli investigatori dopo il primo sequestro del 2013. E in Andorra sono state trovate anche delle cassette di sicurezza riconducibili ai Brancato con preziosi per il valore di 70 mila euro e denaro per altri 90 mila euro.
Nel gennaio 2004, il Gruppo Gas di Brancato e Ciancimino era stato venduto alla multinazionale spagnola Gas Natural, per un controvalore di oltre 115 milioni di euro, di cui circa 47 milioni pagati a Maria D’Anna, Monia e Antonella Brancato, rispettivamente moglie e figlie di Ezio Brancato. Nel mese di marzo di quest’anno, sulla base delle informazioni scambiate tra la guardia di finanza e le autorità di polizia andorrane, tramite dell’ufficiale di collegamento del corpo presso l’ambasciata d’Italia a Madrid, sono state anche avviate indagini nei confronti della famiglia Brancato, per il reato di trasferimento fraudolento di valori in Italia e per riciclaggio nel Principato. Dalle indagini è emerso che conti correnti e cassette di sicurezza erano spesso intestate a dei prestanome. Altri 4,7 milioni, più beni immobili per il valore di 500 mila euro, sono stati sequestrati a Maria D’Anna in quanto riconducibili a operazioni finanziarie fatte da Brancato insieme a Gianni Lapis, prestanome di don Vito Ciancimino.