Consorzio di bonifica, scaduti contratti per gli operai «Campagne a secco, così non si può andare avanti»

Prosegue senza interruzione la protesta dei lavoratori del Consorzio di Bonifica 9 che da una settimana hanno messo in piedi un presidio permanente nella zona del canalone Quota cento in contrada Ponte barca lungo la strada provinciale 24. A pagare lo stato di disagio che sta vivendo il Consorzio sono soprattutto i produttori agricoli le cui campagne stanno soffrendo la sete. Peraltro da qualche giorno avrebbe dovuto aver inizio ufficialmente la stagione irrigua. «La mancanza di acqua si sta facendo sentire – dice Antonino Calabrò, produttore agricolo – le mie campagne sono quasi secche nonostante io paghi regolarmente il canone annuale». Tuttavia accanto a quelli che pagano il canone annuale ci stanno pure, e sono tanti, coloro che non hanno saldato la propria quota: alcuni utenti non hanno pagato perché non vedono di buon occhio «un consorzio che prende solo soldi i e i servizi lasciano a desiderare», altri ancora non hanno soldi per saldare in quanto «i guadagni dai lavori in campagna sono davvero miseri». 

Quella di ieri è stata un’altra giornata campale per le sorti del Consorzio, i cui operatori intesi sia come personale a tempo indeterminato sia a tempo determinato, nonché gli stessi utenti del Consorzio si sono ritrovati in un assemblea generale nella zona del canalone di Quota cento: circa 250 persone, tra operai del Consorzio e proprietari dei fondi agricoli hanno partecipato all’assemblea a cui hanno partecipato anche il sindaco di Paternò Mauro Mangano e l’assessore alle Attività produttive Agostino Borzì. Sono scaduti contratti di 33 operai cosiddetti «cinquantunisti» del Consorzio, ossia il personale composto da manovratori, saldatori, autisti e altre maestranze che sono il cuore del Consorzio , coloro che effettivamente consentono la regolare ridistribuzione dell’acqua nei vari fondi agricoli. Operai il cui contratto non è stato rinnovato ; per di più da una settimana le campagne non riceverebbero la giusta irrigazione, con le piante che soffrono la sete e i canaloni del Consorzio sono praticamente asciutti. 

Da quanto riferiscono i sindacati di categoria Enel, che vanterebbe crediti nei confronti del Consorzio «avrebbe sospeso il servizio di energia elettrica provocando l’impossibilità di alcuni impianti ad essere correttamente operativi». Preoccupato Salvo Messina della Fai Cisl:«Non siamo sereni per quello che sta accadendo; il problema non è tanto il licenziamento dei cinquantunisti, ma in realtà non sappiamo più quale indirizzo la politica vuole dare a questi enti. Il Consorzio di Catania è il più grande d’Italia, gestisce dieci metri cubi al secondo. Vengono irrigati 20mila ettari, mentre sono 60mila ettari quelli asserviti. Sollecitiamo incontri chiari». Che fino a questo momento non si sarebbero verificati. Neanche ieri, quando a Palermo si sono incontrati l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici e le rappresentanze sindacali. 

«La situazione rimane in stallo – precisa Ernesto Abate della Cisl – non è possibile, per un questione di normativa di legge, rinnovare il contratto ai cinquantunisti. Questo amplifica il problema della stagione irrigua: non vogliamo creare una guerra tra poveri, cioè tra lavoratori del Consorzio e quelli della campagna. Bisogna modificare la legge, per cui invitiamo i sindaci dei Comuni sui cui territori il Consorzio agisce ad attivarsi verso i gruppi parlamentari del’Ars. L’ipotesi avanza da alcuni di usare il personale di altri Consorzi per far funzionare quello catanese è assurda». «L’incertezza finanziaria e la mancata attuazione di una riforma reale – dice Mauro Mangano, sindaco di Paternò – non mettono a rischio per l’ennesima volta solo il lavoro di decine di operatori che garantiscono un servizio indispensabile agli agricoltori, ma anche la sopravvivenza delle colture del territorio, che devono essere irrigate immediatamente se non vogliamo compromettere le produzioni 2016/2017».


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