La nave Bourbon Argos di Medici senza frontiere è attraccata nel porto di Palermo con a bordo 500 uomini, 31 minori e 73 donne: di queste 15 sono in stato di gravidanza e due hanno avuto minacce di aborto. La denuncia del medico di bordo che avrebbe repertato anche casi di tortura e violenze a ragazzi
Sbarcati 600 migranti a Palermo «Minorenne violentata e incinta»
La nave Bourbon Argos di Medici senza frontiere è attraccata nel porto di Palermo con a bordo oltre 600 migranti provenienti da Nigeria, Costa d’Avorio, Sudan, Senegal, partiti giovedì notte da Sabrata, in Libia, secondo quanto riferito dai migranti, che viaggiavano su alcuni gommoni. In tutto si tratta di 500 gli uomini, 31 minori e 73 donne: di queste 15 sono in stato di gravidanza e due hanno avuto minacce di aborto. Tra loro, anche una minorenne violentata e rimasta incinta. I migranti sono stati soccorsi venerdì mattina da navi mercantili, nella notte sono stati trasbordati sulla Bourbon Argos. Al molo Santa Lucia sono in corso le operazioni di sbarco, alla presenza di forze dell’ordine, della Protezione civile, della Croce rossa, di sanitari e psicologi dell’Asp di Palermo e di operatori di Msf. Presente anche l’assessore comunale alle Politiche sociali, Agnese Ciulla.
«Tra le donne in stato di gravidanza, due hanno avuto minacce d’aborto e sono state portate nelle nostre strutture sanitarie. A bordo – spiega Paola Mazzoni, medico di bordo della nave Bourbon Argos di Msf – ci sono anche dieci bambini al di sotto cinque anni. Non è la prima volta che riusciamo a filtrare casi di minorenni incinte perché vittime di stupro. Èdifficile intercettare storie come questa perché si tratta di persone provate dal punto di vista psicologico». Le violenze sessuali non riguarderebbero solo le donne, ma anche ragazzi giovanissimi vittime di stupro. «Ci sono stati casi di migranti arrivati in Libia per lavorare e non pochi vengono rinchiusi in prigioni, sfruttate per lavorare e al momento di riscuotere il salario subiscono violenze. Ho refertato casi di tortura – conclude – come deformazioni da fratture per percosse con spranghe di ferro».